Cronaca

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di s.i.

Aveva chiesto ai colleghi cosa potesse succedergli con due omicidi: le intercettazioni hanno fatto riaprire un secondo cold case, dopo che il carrozziere Fortunato Verduci, accusato di avere ucciso Luigia Borrelli nel 1995, si era rivolto preoccupato agli amici per chiedere quelle che potessero essere le pene previste. Si tratta dell'omicidio della merciaia Anna Rossi Lamberti, che la pm Patrizia Petruzziello ha deciso di riaprire alla luce delle sue dichiarazioni. Il dna prelevato all'uomo sarà comparato con le tracce biologiche trovate sul luogo dell'omicidio della merciaia. 

Il delitto del trapano

Maria Luigia Borrelli, in arte Antonella, 42 anni, ufficialmente infermiera in realtà prostituta in un monolocale di vico Indoratori, fu massacrata con uno sgabello e sgozzata con un trapano. Dopo essere stata trucidata, venne rapinata. Per 29 anni il caso è rimasto irrisolto, poi un codice genetico ha fatto riaprire le indagini. Quattro copiose macchie di sangue rilevate sulla scena del delitto e le nuove tecnologie avevano permesso di risalire a Fortunato Verduci, per mezzo della compatibilità con un cugino pregiudicato in galera per un omicidio commesso fuori Liguria. Verduci, però, è un uomo libero visto che il gip, il Riesame e anche la Cassazione hanno respinto la richiesta della Procura di arrestarlo. Secondo l'accusa Verduci, ludopatico e pieno di debiti, uccise Luigia per rapinarla dopo averla picchiata brutalmente.

L'assassinio della merciaia

Delle analogie con questo secondo delitto irrisolto ci sono. Anna Rossi Lamberti, 72 anni, venne massacrata nella sua casa a Marassi e alla fine le vennero rubati tre anelli. Le tracce biologiche in questo caso sono più degradate, dato che il Dna lasciato su una tazzina e sotto le unghie della vittima sono stati già usati in passato. Per le analisi, saranno necessari almeno 90 giorni e i risultati non arriveranno prima del 2 febbraio. Dopo il passaggio tecnico, la pm Patrizia Petruzziello chiuderà le indagini per poi chiedere il processo. 

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