" E 'impossibile garantire la sicurezza e l'ordine pubblico, è impossibile separare i circuiti in una struttura sovraffollata. Nello specifico , la casa circondariale di Sanremo può ospitare 220 detenuti non 285. L'organico è ridotto all'osso ma continuano i nuovi arrivi da parte di altre strutture circondariali. Valle Armea, a queste condizioni, è ingestibile".
Non usa mezzi termini Fabio Pagani, segretario regionale UIL della polizia penitenziaria, per descrivere lo stato in cui versa la struttura, tornata agli onori delle cronache agli onori delle cronache dopo la selvaggia aggressione ad Alberto Scagni, il 42enne genovese condannato per l'omicidio della sorella, per il quale deve scontare 24 anni e 6 mesi di carcere.
Scagni, ora ricoverato in coma farmacologico nel reparto di Rianimazione dell'ospedale Borea di Sanremo, è stato letteralmente massacrato di botte per 4 ore dai sui compagni di cella, sotto lo sguardo impotente degli agenti della polizia penitenziaria.
"La polizia - ribadisce Pagani - era pronta ad intervenire ma, senza il nulla osta da parte della direzione del carcere o del magistrato di turno, non può muovere un dito. Ci sono dei protocolli che il sottosegretario alla Giustizia ha diffuso ma non sono applicabili. Noi - conclude il segretario regionale - chiediamo che a Sanremo venga tutelata la popolazione detenuta e la polizia penitenziaria".
In queste ore la polizia scientifica sta effettuando gli esami irripetibili all'interno della cella.
IL COMMENTO
Il senso civico di Besi
Fare sindacato non vuol dire che il governo sbaglia tutto