Cronaca

La giovane era rinchiusa nel carcere delle Vallette, lo stesso penitenziario in cui un'altra donna aveva finito di vivere proprio venerdì, dopo che da molti giorni rifiutava cibo e acqua
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TORINO - "Aspettavo di incontrarla al colloquio la prossima settimana". L'incontro invece non potrà più avvenire, perché a parlare è la mamma della giovane di 28 anni originaria di Riva Ligure che si è suicidata venerdì, impiccandosi in carcere.

Azzurra Campari si è tolta la vita nel carcere torinese delle Vallette. La ragazza era stata spostata 15 giorni fa dall'istituto genovese di Pontedecimo per scontare un cumulo di pene comminate per reati contro il patrimonio e piccoli furti legati alla sua tossicodipendenza. Il suo fine pena sarebbe stato nel 2025.

Le Vallette, lo stesso penitenziario in cui un'altra donna aveva finito di vivere proprio venerdì, dopo che da molti giorni rifiutava cibo e acqua.

"Ero molto preoccupata - dice ancora la mamma della 28enne all'Ansa attraverso il suo avvocato - per le sue condizioni: l'ultima volta che ci siamo parlate in video chiamata mi aveva detto: 'Mamma non ce la faccio più'".

È la sesta persona che muore in carcere, a Torino, dall'inizio dell'anno.

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La storia di Azzurra era legata alla tossicodipendenza e dopo un periodo in affidamento al Sert di Imperia, ai primi di maggio di quest'anno era stata trasferita nelle carceri femminili di Pontedecimo. La famiglia della giovane ora vuole chiarezza su questa morte.

"I familiari hanno solamente saputo che la ragazza si è impiccata. Per ora, ufficialmente non ha avuto altro tipo di comunicazione - dice l'avvocato -. Il corpo della ragazza è ancora a disposizione dell'autorità giudiziaria e si attende di sapere se si procederà o meno con l'autopsia. E comunque sarà da capire in che contesto e in che modo si è sviluppato questo gesto".

"La sua famiglia vuole chiarezza - ha detto la legale - e capire cosa è successo e se ci possono essere responsabilità di terzi".

Secondo quanto appreso la giovane donna non avrebbe lasciato biglietti e neppure manifestato con altre detenute l'intenzione di togliersi la vita. "Una ragazza molto schiva, una vita difficile alle spalle. È sempre stata attaccata ai colori bianco-azzurri. Una di quelle persone che non dovevi nemmeno chiamare per farla venire allo stadio: veniva, si presentava, faceva il suo tifo. Era molto attaccata alla squadra, era un'amica, una sorella. Sarà ricordata nel modo giusto da parte di tutti noi: la gradinata Nord della Sanremese. Un abbraccio a suo fratello Mirko, alla sua famiglia...Ciao Azzurra". È il ricordo della gradinata Nord, attraverso le parole di Cesare Beltrami, leader degli ultras.

Dopo la notizia è nata quindi preoccupazione per la situazione del carcere di Torino, nel giorno in cui il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, è andato in visita. "Il punto è affrontare l'emergenza del sovraffollamento delle carceri", ha detto il ministro, proponendo l'uso delle caserme dismesse per i condannati per reati minori. Durante la visita, alcuni detenuti hanno protestato battendo gavette sulle sbarre e urlando 'libertà!'.

Di diverso avviso l'associazione Antigone: "Non c'è bisogno di nuove carceri, ma bisogna puntare su misure alternative e garantire personale". Analoga la posizione dei sindacati degli agenti penitenziari, i quali osservano che nuovi edifici non serviranno senza personale adeguato.