GENOVA - "La Liguria e le sue autostrade". Vorremmo fosse il titolo di un film, magari di quelli americani dove adrenalina e amore si intrecciano tra loro, in un unico vortice. E invece no, è la triste realtà con la quale quotidianamente siamo costretti a fare i conti, su tutte le tratte della nostra regione. Sono tre anni che le autostrade liguri sono falcidiate da cantieri, scambi di carreggiata, cambi di corsia improvvisi, con buona pace solo in periodi specifici dell'anno o a cavallo di ponti e giorni di festa.
Primocanale da sempre, da quando gli spostamenti in autostrada sono diventati un incubo, ha portato avanti la propria battaglia di verità, una battaglia che ha testimoniato ogni giorno in televisione, sul sito, sui social e a contatto diretto con il mondo istituzionale.
Non solo cantieri autostradali e scambi di carreggiata, ma anche aumento dei pedaggi, che dal primo gennaio 2023 ha comportato un incrementato del costo delle tariffe. Si è partiti con un +2% che entro la fine dell'anno raggiungerà il 3,34%. Di questo e di molto altro abbiamo parlato nel consueto appuntamento del lunedì sera con “Il programma politico di Primocanale”. Presente, tra gli altri, il senatore del Partito democratico Lorenzo Basso, che ha spiegato l’emendamento portato in Senato all’interno del decreto Milleproroghe. Al centro la richiesta di bloccare l’aumento dei pedaggi autostradali in Liguria.
“A fronte di un mancato servizio non si dovrebbe neanche pagare la prestazione, pensare di pagare un aumento in una situazione già di rischio, significa essere fuori dalla legge del mercato. Stiamo pagando un servizio che in realtà non viene neanche erogato. Se noi blocchiamo gli aumenti mandiamo un messaggio chiaro ad Autostrade, che deve velocizzare la realizzazione di queste opere. Sono giusti i cantieri ma ogni giorno è necessario che ci lavorino anche due squadre in contemporanea, per far fare veloce e fare bene”.
L’emendamento presentato dal senatore Basso potrebbe anche non passare, considerando gli interessi molto importanti che ci sono dietro, ma come liguri l’auspicio è che tutti i partiti possano sostenere la proposta. È fondamentale che si capisca che la situazione delle autostrade liguri non è come le altre. E la battaglia di verità che sta portando avanti Primocanale, con il suo editore Maurizio Rossi, deve essere accolta da tutte le forze politiche e da tutti i parlamentari e senatori liguri. Con l’ex senatore e oggi consigliere comunale Mattia Crucioli abbiamo fatto il punto della situazione per quanto riguarda la nuova gestione di Autostrade.
“Sono usciti i vecchi azionisti, Atlantia e Benetton in primis, e sono entrati Cassa Depositi e Prestiti, con il 51%, insieme a due fondi di investimento, che fanno affari anche con i vecchi azionisti. Per accettare di far parte di questa compagine consortile c’è stato un accordo con lo Stato, che ha garantito a questi soci privati una redditività del loro investimento molto alta. Stiamo assistendo all’aumento del pedaggio, senza sapere cosa succederà l’anno prossimo e gli anni a venire”. Ma non è finita qua, l’avvocato Crucioli ci spiega cos’è successo.
“Di fatto i vecchi azionisti hanno venduto a una cifra molto più alta, rispetto anche a quella di mercato, e chi ha comprato ci guadagna comunque perché ha avuto la promessa di aumentare il pedaggio, un pedaggio che aumenterà più di una volta all’anno”.
Insomma, stona e stride solo pensarlo e pronunciarlo ma, ci guadagnano sempre loro, ci guadagna sempre Autostrade. E qui, in Liguria, dopo la tragedia di ponte Morandi che è costata la vita a 43 persone, non è ammissibile. In una parola è inaccettabile. In studio si è scatenato un botta e risposta molto accesso tra il consigliere regionale del Partito democratico Pippo Rossetti e l’assessore regionale allo Sviluppo economico Andrea Benveduti. Motivo dello scontro i ritardi sul Terzo Valico e la cancellazione della gratuità dei pedaggi sulle tratte autostradali liguri. Per quanto riguarda il Terzo Valico, se i lavori non termineranno entro il 2026, perderemo 3,5 miliardi di euro di finanziamenti del Pnrr.
“C’è una linea rossa che lega Toti, Bucci, Rixi e Salvini per quanto riguarda le infrastrutture. Innanzitutto hanno firmato un accordo che ci esenta dalla gratuità dei pedaggi fino al 2031 – incalza il consigliere Rossetti –. Ci inventiamo che i cittadini paghino di più le autostrade per consentire opere che non si sa neanche quando e come partiranno. Se martorizzo un territorio devo capire quali danni subiranno poi le persone, il governo doveva capire quali sono gli impatti e quale lo schema strategico delle infrastrutture. Da questo esecutivo ci aspettavamo di più perché adesso sono coerenti come maggioranza politica”. Non si è fatta attendere la risposta dell’assessore regionale, in quota Lega, Andrea Benveduti.
“I tariffari derivano da una convenzione che è partita nel 2020, governo Conte II, e nel 2022 con il ministro Giovannini, governo Draghi. È stato definito un piano di incremento dei pedaggi che arriverà fino al 2038 di 1,5% in più all’anno, questo per recuperare quello che non era stato fatto in passato. Tutto nasce dalla scellerata privatizzazione partita da Prodi in poi. Inoltre nel mondo della finanza non si possono disattendere dei contratti, se non vogliamo diventare un paese del secondo mondo. Quello che dovrebbe fare il governo è di estendere il pay back, con sconti generalizzati sulle tratte autostradali, e queste agevolazioni dovrebbero essere aumentate”.
Siccome questo non è un film, o una serie tv, non è nulla di sceneggiato, la politica deve scontrarsi con la realtà. Deve sfilare la maglietta del proprio partito o schieramento e unire le forze per portare avanti questa “battaglia”.
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IL COMMENTO
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