GENOVA - L'operazione che ha portato alla revoca della concessione di Autostrade per l'Italia alla famiglia Benetton e agli altri soci privati è finita 'sub judice'. Sarà infatti la Corte di giustizia europea a valutare la validità o meno del passaggio di Autostrade nelle mani dello Stato italiano.
Tutto effetto di una recente sentenza del Tar del Lazio che di fatto mette in dubbio tutta l'operazione compiuta lo scorso anno. Un passaggio avvenuto non a costo zero per lo stesso Stato ma in cambio di oltre 8 miliardi di euro depositati nelle casse dei Benetton e degli altri soci che gestivano il gruppo Autostrade. In buona parte si tratta di soci che hanno esercitato le loro funzioni prima e durante il crollo di ponte Morandi a Genova avvenuto il 14 agosto del 2018 che ha causato la morte di 43 persone per cui ora è in corso il processo. Di fatto non una vera e propria revoca ma un acquisto.
"Serviranno un po' di mesi per capire come si esprimerà la Corte europea e il nostro Consiglio di Stato, se dovessero condannare l’operazione si dovrebbe ripartire da zero, con la restituzione dei fondi allo stato e quanto ne consegue" così Egle Possetti, presidente del Comitato ricordo vittime ponte Morandi in una nota.
Primocanale con l'editore Maurizio Rossi, membro della Commissione Trasporti XVII Legislatura più volte ha sottolineato gli aspetti controversi della vicenda chiedendo venisse rivista tutta la trattativa tra Stato e Autostrade in modo da bloccare l'accordo che stava nascendo. Nel giugno del 2021 si è svolta una manifestazione molto partecipata davanti alla Prefettura di Genova (Leggi qui).
"In queste settimane in cui il processo per la tragedia del ponte Morandi si appresta ad entrare nel vivo - spiega Possetti che nel crollo ha perso la sorella, il cognato e due nipoti - la nostra attenzione è puntata alla sentenza del Tar del Lazio che esprime parere negativo non definitivo sulla cessione di Autostrade per l’Italia a Cassa depositi e prestiti e soci privati, su questa questione ci esprimiamo con forza da anni e con grande sdegno abbiamo sempre condannato l’operazione ritenendo questa cessione con remunerazione economica stellare ai vecchi azionisti uno schiaffo alle nostre vittime ed a tutti gli italiani".
Nell'agosto del 2021 era arrivato il via libera da parte della presidenza del consiglio al perfezionamento della cessione dell'intera partecipazione, detenuta da Atlantia in Autostrade, al consorzio formato da Cassa depositi e prestiti, Equity, Blackstone e Macquarie. Ma la sentenza del Tar del Lazio potrebbe riaprire tutto: di fatto la sentenza rimanda la legittimità del passaggio della concessione alla Corte di Giustizia europea per una valutazione. Anche da parte dell'Avvocatura di Stato è partito u tentativo di fermare l'operazione.
La procura di Roma ha infatti aperto un’inchiesta sull’operazione che ha portato Cassa depositi e prestiti, assieme ai fondi Blackstone e Macquarie, all’acquisto delle quote di Autostrade per l’Italia al Gruppo Atlantia. L’inchiesta è formalmente a carico di ignoti (leggi qui). Secondo il Tar del Lazio la modifica della convenzione originaria e il riassetto societario di Autostrade per l'Italia, con l’entrata nell’azionariato di Cassa depositi e prestiti, avrebbero richiesto di valutare il ricorso a una procedura di evidenza pubblica, cioè di una gara per la riassegnazione della concessione. Ma di tale valutazione non sembra esserci traccia.
"Nelle pattuizioni i due soci privati avrebbero diritto di veto sulla gestione riducendo a mera formalità la maggioranza azionaria pubblica - prosegue Possetti -.
Su ricorso di alcune associazioni, la sentenza del Tar del Lazio mette in dubbio questa operazione e si appella alla Corte di Giustizia Europea per una sua valutazione, nel frattempo è partito un tentativo di fermare questa operazione da parte dell’Avvocatura di Stato".
La presidente del Comitato ricordo vittime ponte Morandi prosegue: "Noi auspichiamo che la vergogna di questa operazione possa emergere e che le responsabilità di questa operazione siamo portate all’attenzione pubblica. Vorremmo che di questa situazione si parlasse di più ed i cittadini fossero maggiormente informati. Noi da anni ci battiamo contro questa cessione, gli elementi sono chiari e limpidi la punizione agli azionisti di Autostrade per l'Italia è stata ricoprirli d’oro e come si evince dalla sentenza non definitiva del Tar ci sono ovviamente anche problemi legati all’affidamento diretto della concessione senza una gara".
Possetti aggiunge: "Questa situazione è una vergogna, continuiamo a dirlo, siamo anche stati firmatari di un esposto in esame alla procura di Roma sulla gestione finanziaria della società, da più parti si levano grida in questo senso, attendiamo azioni concrete anche dal nuovo governo e da tutti i parlamentari che hanno a cuore la giustizia. Non può esserci memoria senza giustizia, non può esserci ricordo senza rispetto, non può esserci equità senza le corrette azioni per scongiurare i crimini. Siamo sempre qui e non possiamo dimenticare" conclude Possetti.
IL COMMENTO
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