GENOVA - Due poliziotti e un medico della Salute mentale indagati nell'ambito dell'inchiesta sulle presunte omissioni dopo l'omicidio di Alice Scagni, la donna uccisa dal fratello Alberto il primo maggio scorso a Genova. Le ipotesi di reato sono omissione d'atti d'ufficio e omessa denuncia.
"La notizia che finalmente ci sono tre indagati sulle omissioni gravi che si sono manifestate in questa drammatica vicenda non può non farmi piacere. È un primo passo verso l'accertamento della verità. Auspico - ha detto l'avvocato Fabio Anselmo, il legale che assiste i genitori di Alice e Alberto - che venga iscritta la denuncia che abbiamo fatto per omicidio in conseguenza di altro reato e, cioè, di quelle omissioni".
Nel registro degli indagati sono finiti la dottoressa della Salute mentale che alla richiesta dei genitori di ricoverare il figlio avrebbe preso tempo e gli agenti che il primo maggio non si attivarono nonostante le richieste della madre e del padre di Alice.
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"Non siamo ancora persone offese per la legge ma vedere che la giustizia fa il suo corso verso la verità ce lo ricorda con dolore insopportabile, amplificato. Il danno per noi sono due figli persi". Così Antonella Zarri, la mamma.
"La verità che si fa strada - continua - e di cui noi siamo certi è che sono stati rubati. Ho il cuore che è una pietra pesante. Ci auguriamo ora trasparenza sugli atti, la possibilità che i nostri diritti di genitori possano essere tutelati grazie anche al nostro avvocato".
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Il legale aggiunge: "Credo sia giusto e fisiologicamente corretto che i genitori della famiglia Scagni vengano qualificate persone offese e possano aver accesso alle notizie fruibili non dai giornali ma dalla procura". Nei giorni scorsi il perito del gip aveva dichiarato Scagni semi infermo di mente, mentre per la procura sarebbe capace mentre per i genitori è totalmente incapace.
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