Cronaca

Dopo sette giorni il collegio giudicante comunicherà se accogliere istanze degli imputati e ripartire quasi da zero, o proseguire il dibattimento come richiesto dai pm, l'eventualità più accreditata
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GENOVA -E' l'ora della verità per il processo per la tragedia del crollo di ponte Morandi: dopo una pausa di sette giorni oggi si saprà se il dibattimento ripartirà quasi da zero o se invece, come è probabile, proseguirà con la richiesta delle prove e dei testimoni.

A decidere sarà il collegio dei giudici presieduto da Paolo Lepri chiesto una pausa di una settimana per decidere se accogliere o respingere le undici eccezioni degli avvocati dei difensori eccellenti che hanno contestato fra l'altro l'iscrizione tardiva sul registro di alcuni indagati e le difficoltà tecniche nell'accedere al materiale probatorio degli incidenti probatori, irregolarità che avrebbero in qualche modo impedito di esercitare il diritto alla difesa.


I due pm, Walter Cotugno e Massimo Terrile, nel corso delle ultime udienze hanno risposto in modo dettagliato ai difensori degli imputanti dicendo che per accedere alle perizie bastava un programmino messo a disposizione gratis dalla guardia di finanza aggiungendo che ogni loro attività è sempre stata svolta nel rispetto delle normative di procedura penale vigenti.

Alla tesi dei due pm si sono unite tutte le parti civili presenti in aula.


Il collegio dei giudici oggi svelerà la decisione presa alla riapertura delle udienze: poi il processo sarà sospeso per bypassare le festività dei Santi e dei defunti e riprenderà lunedì 7 novembre.

A quel punto, se le eccezioni delle difese saranno respinte come era accaduto già in sede di udienza preliminare, partirà la richiesta delle parti, con l'elenco dei testimoni. Una fase che potrebbe durare anche alcuni giorni e al termine dei quali dovrebbe partire la fase più "calda" del processo con la deposizione dei testimoni.

I vari slittamenti sono stati accolti con molto fastidio da Emmanuel Diaz, fratello di Henry, una delle 43 vittime, che non ha mancato di rimarcare come il processo a suo avviso sta procedendo a rilento, "nell'interesse degli imputati che puntano a fare cadere alcuni reati in prescrizione".


Di diverso avviso è stata Egle Possetti, portavoce del comitato familiari vittime Ponte Morandi: "Queste richieste ci aiutano a chiarire e disinnescare ogni possibile eccezione per impedire di avere sgradite sorprese alla fine, quando potrebbe essere più complicato rimediare".

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