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"Da Roma due pesi e due misure" denuncia il sindacato della polizia penitenziaria dopo la notizia del cambio ai vertici nel penitenziario di Como dopo i disordini di novembre
3 minuti e 15 secondi di lettura
di Aurora Bottino

Sono passati sei mesi dalla rivolta nel carcere di Marassi. Quel 4 giugno più di duecento detenuti della seconda sezione hanno devastato le celle, messo sottosopra ogni locale distruggendo tavoli e sedie, che hanno poi usato come armi contro gli agenti della polizia penitenziaria che hanno disperatamente cercato di contenere la loro furia.

Torturato e abusato in cella a Marassi, arrestati quattro detenuti

Quattro i poliziotti feriti durante la rivolta, nata dal mancato trasferimento - nei giorni precedenti richiesto non solo dagli agenti ma dagli stessi compagni di sezione - di quattro detenuti che per oltre due giorni hanno seviziato e abusato di un giovane di 18 anni. Per le violenze sono stati arrestati tre egiziani di 21, 23 e 26 anni e un italiano di 41 anni, che all'arrivo dell'ordinanza di arresto si trovavano già in altri penitenziari fuori regione.

Quasi 200 mila euro di danni tra le aule scolastiche completamente devastate, così come le telecamere di tutta la sezione e diverse celle.

A sei mesi da quel giorno i problemi rimangono

A sei mesi da quel giorno, che Primocanale aveva seguito in diretta, minuto per minuto, i problemi non finiscono. La sezione era stata subito "smantellata": molti dei detenuti violenti, circa 80 identificati come fomentatori della protesta e indagati per devastazione e rivolta, sono stati trasferiti in altri istituti mentre altri ancora sono stati spostati in altre sezioni. Ad oggi però, le telecamere andate distrutte durante la rivolta non sono ancora state sostituite, un pericolo importante per evitare che fatti del genere possano ripetersi.

La seconda sezione dei "giudicabili", come la prima dei definitivi, ospita oltre 200 reclusi per ognuna, suddivisi in quattro piani: per ogni piano, per via della carenza d'organico, c'è un solo agente di guardia, che oggi non può vedere dalle immagini delle telecamere cosa accade nei corridoi. Non ci sono fondi, come non ci sono per comprare le lenzuola dei nuovi arrivati o per sostituire nelle aule tavoli e sedie andati distrutti durante quella giornata di violenza. 

Rivolta nel carcere di Marassi: feriti quattro agenti, celle devastate

"Da Roma due pesi e due misure"

Tra le polemiche nate dopo i fatti del 4 giugno anche quelle sulla decisione di non sostituire direttore e comandante. "Due pesi e due misure" ha detto il segretario della Uilpa Polizia Penitenziaria Fabio Pagani, citando il cambio ai vertici avvenuto nel carcere di Como dopo i disordini del 13 novembre scorso. "A Como, un istituto con una capienza di 225 detenuti dove ne risultano 379, la rivolta sarebbe stata provocata da un tentativo di evasione di un detenuto sventato poi dalla polizia penitenziaria. Rivolta che ha provocato 4 feriti, di cui tre agenti in codice verde e un detenuto in codice rosso" spiega Pagani, che aggiunge: "A Marassi, un istituto che conta 700 detenuti a fronte di una capienza di 535, l'Amministrazione ha deciso di non rimuovere i vertici, nonostante il coinvolgimento di una intera sezione, nonostante un reparto completamente devastato, agenti feriti e detenuti sul tetto, a causa di una rivolta nata da una violenza sessuale nei confronti di un detenuto e dal mancato trasferimento dei presunti violentatori. Parliamo di un intero quartiere blindato per ore, con l'intervento di agenti in tenuta antisommossa. Dopo tutto questo, sembra che il Direttore di Genova abbia ricevuto la conferma dell'incarico per altri 4 anni". 

Nulla è cambiato dopo la rivolta

Un grido d'allarme della categoria visto che nel carcere di Marassi, "nulla è cambiato dopo la rivolta". I disordini, che sono entrati nella storia dell'istituto penitenziario, sembrerebbero aver svelato le gravi criticità che da tempo vengono denunciate, sia dai detenuti che dai poliziotti. Da anni l'istituto lotta contro il problema del sovraffollamento, con numeri da capogiro: a ottobre 2024 Marassi ospitava 679 detenuti rispetto a una capienza massima di 550, scalando la classifica italiana con una media del 130%, sopra a quella nazionale. A novembre si supera la soglia dei 700. Le celle straripano di detenuti con più di 310 persone in attesa di giudizio definitivo (in media) e il numero di stranieri che è sopra al 50% del totale. 

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