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L'ondata di calore prevista per la settimana rischia di innescare la violenza in un penitenziario costruito nel fine '800 e ristrutturato nel 1990 con impianti di raffreddamento che lasciano a desiderare
3 minuti e 44 secondi di lettura
di Aurora Bottino

Una miccia che sta per esplodere. L'ondata di caldo che ha raggiunto la città di Genova potrebbe far scoppiare una nuova rivolta nel carcere di Marassi, già segnato da quella del quattro giugno che ha visto 80 detenuti della seconda sezione mettere a soqquadro due piani del penitenziario, che è stato tenuto in scacco per più di due ore.

Nelle carceri del Sud Italia, i detenuti bollono in celle dove le temperature superano i 40 gradi e infatti sono stati segnalati numerosi disordini, soprattutto a Terni, dove hanno protestato per il sovraffollamento e l'eccessivo caldo. Un mix che si è rivelato esplosivo anche a Spoleto, con manifestazioni e violenza che hanno portato alla risposta della polizia penitenziaria, intervenuta con gli idranti. Ad Aosta, tre detenuti si sono barricati per giorni nel reparto di transito.

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La situazione nel carcere e i ventilatori, lusso di pochi

L'ondata di calore prevista per la settimana, tra cui due giornate da bollino arancione e un ipotetico rosso, rischia di innescare la violenza in un penitenziario costruito alla fine dell'800 e ristrutturato nel 1990 con impianti di raffreddamento che potrebbero sicuramente essere rivisti. Nella casa circondariale di piazzale Marassi 2, come in molte altre strutture detentive d'Italia, il caldo si aggiunge ai tanti problemi con cui detenuti e poliziotti penitenziari devono convivere ogni giorno. Si parla di un sovraffollamento cronico con numeri di condannati – e non – di gran lunga superiori alla capienza effettiva, tanto che i penitenziari liguri sono i settimi a livello italiano per affollamento.  

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E così, in questo carcere "radiale" che rende controllabile simultaneamente tutti i padiglioni, le sei sezioni (in attesa di giudizio, definitivi, custodia attenuata, centro clinico e alta sicurezza), molto spesso fino a sei detenuti convivono nelle piccole celle, liberi di uscire una sola ora al giorno, con la possibilità di avere un ventilatore per affrontare il caldo estivo solo se in grado di acquistarlo nello spaccio interno. Nel frattempo, gli unici a non “andare in ferie” sono i detenuti: il penitenziario si svuota, la scuola si ferma, molti avvocati e volontari vanno in vacanza e le attività, che comunque a Marassi sono al momento ferme e quindi non sarebbero comunque attive, si prendono una pausa.

A questi nuovi problemi, legati all'arrivo del caldo, si aggiungono i problemi classici, quelli che non vanno via d'inverno. Nella relazione biennale del Garante dei detenuti della Liguria, presentato solo qualche giorno fa in una conferenza stampa nel palazzo della Regione, vengono sottolineate situazioni complesse come la presenza di muffa in quasi ogni cella nei locali bagno e cucina ma anche insetti infestanti in varie parti del carcere. 

Escalation di violenza, la denuncia dei poliziotti penitenziari

Oltre che dietro le sbarre delle celle, la temperatura – ma soprattutto il malcontento che essa genera tra i detenuti – potrebbe far rapidamente diventare pericolosa la situazione anche per gli agenti penitenziari. Una categoria sotto organico e che lavora - come viene spesso denunciato dai sindacati - in condizioni ad alto rischio. Solo sei giorni fa, due agenti sono stati aggrediti brutalmente, presi a pugni in faccia da un giovane detenuto con problemi psichiatrici. 

"A Marassi, in quest'ultimo periodo" aveva scritto in una nota subito dopo l'aggressione il segretario regionale della Uilpa Fabio Pagani, "l'incolumità fisica dei colleghi sembra non interessare a nessuno e nessuno si preoccupa di prevenire i rischi per la loro incolumità fisica. Agenti di polizia penitenziaria abbandonati al cospetto di numerosi detenuti, a mani nude, senza dispositivi di sicurezza personale, senza l'ausilio di apparati tecnologici e in preda a raptus di detenuti psichiatrici".

Le soluzioni e l'idea di far uscire anticipatamente alcuni detenuti

Tra le ipotesi per alleggerire la situazione, c'è quella proposta dal Garante dei detenuti, Doriano Saracino: "Basterebbe fare uscire anticipatamente le persone che già usciranno e che comunque sono vicine a fine pena con misura alternativa, si può mettere in campo un indulto per i reati meno gravi. Così potremmo portare le carceri di nuovo alla dimensione normale, abituale, con un numero di detenuti di poco più di mille. Questo consentirebbe anche migliori condizioni di lavoro per la polizia penitenziaria. Siamo preoccupati per questa estate calda, calda sì dal punto di vista climatico ma che si pronuncia anche calda all'interno delle carceri".

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