
"Negli ultimi due secoli la crescita delle economie avanzate è stata trainata dal progresso scientifico e tecnologico. Così Giorgio Metta, direttore scientifico IIT, citando i premi Nobel 2025 per l'economia Mokyr, Aghion e Howitt durante l'audizione in Senato sulla legge di Bilancio 2026, evidenziando "l'importanza strategica di garantire stabilità e continuità agli investimenti pubblici in ricerca e innovazione", essenziali "per la crescita economica e la competitività del Paese. La storia economica ci insegna che investire in ricerca e sviluppo è motore di prosperità: più si investe in conoscenza più cresce il pil - ha detto Metta -. È una relazione diretta e dimostrata dai dati storici".
L'Iit impiega circa 1.900 persone distribuite in 12 centri di ricerca in Italia con l'80% del personale impegnato direttamente in attività di R&D. Si tratta di una comunità giovane (media 35 anni) e internazionale, composta da ricercatori provenienti da oltre 70 Paesi: il 50% arriva dall'estero, e uno su cinque è un italiano rientrato dopo esperienze di lavoro e ricerca in istituzioni internazionali. Dalla sua fondazione, l'IIT ha favorito la nascita di oltre 40 startup, che hanno attirato più di 150 milioni di euro di investimenti privati, ha depositato oltre 1.300 brevetti e solo nel 2025 raccolto quasi 80 milioni di euro da imprese e progetti competitivi. Le sue attività spaziano dalla robotica all'intelligenza artificiale, dai nuovi materiali alla genomica, dalle neuroscienze alle nanomedicina.
L'Istituto opera in stretta collaborazione con altre fondazioni di ricerca nazionali di diritto privato, nate negli ultimi anni per impulso pubblico e ispirate al suo modello organizzativo: Human Technopole, Biotecnopolo di Siena, AI4Industry, Chips.IT. Insieme costituiscono un ecosistema nazionale della ricerca che rappresenta un punto di forza per l'Italia e un volano per l'innovazione industriale. La legge di bilancio 2024 ha previsto per il triennio 2025-2027 una riduzione del 10% dei contributi pubblici, portando il finanziamento annuale da circa 95 a 85 milioni di euro. "Se non compensata - prosegue la nota -, questa riduzione potrebbe comportare una contrazione del personale tra il 10 e il 15% e un rallentamento delle attività di ricerca e trasferimento tecnologico in settori strategici".
"Pur consapevoli della complessa situazione geopolitica globale che il nostro e altri Paesi stanno affrontando, crediamo che mantenere un sostegno stabile alla ricerca significhi investire nel futuro dell'Italia - ha detto Metta - L'innovazione non è una voce di spesa, ma una leva strutturale di sviluppo. Per questo proponiamo di riportare progressivamente i finanziamenti ai livelli originari e di introdurre una programmazione pluriennale che dia stabilità e prospettiva alla ricerca".
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