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di Giorgia Fabiocchi
Elly Schlein La segretaria del Pd Elly Schlein a Genov

Niente incontro con Silvia Salis ma solo un contatto telefonico come qualcuno fa trapelare. Elly Schlein è arrivata a Genova verso le 20.30 ospite di Music for Peace, scortata dal segretario provinciale uscente Simone D’Angelo e quello in pectore, freddissimo di nomina sabato prossimo, Francesco Tognoni. Con loro i consiglieri regionali e alcuni esponenti del partito, assenti i comunali ancora impegnati a Tursi per la votazione del bilancio. Manca soprattutto la sindaca Silvia Salis, impegnata per il voto a oltranza in aula rossa, nonostante i rapporti ultimamente si siano raffreddati, a causa della competizione a livello nazionale per il ruolo di candidata premier del centrosinistra.

Ma quando Schlein arriva a Genova, da qualche mese a questa parte, a prendere la scena è il dualismo che prosegue, e si inasprisce sempre di più. In questa occasione è tornata in città per l’evento su Gaza, in occasione della kermesse “Che Stella”, organizzato da Music for Peace. Sullo sfondo il pass per la sfida a Giorgia Meloni. La segretaria dem ha ribadito più di una volta ai suoi fedelissimi che non ha nessuna intenzione di puntare su Salis come candidata presidente, ruolo a cui Schlein ambisce, dopo averlo già dichiarato pubblicamente. “Sono disposta a mettermi in gioco e a candidarmi”, ha risposto lapidaria la numero uno del Pd a domanda diretta. Schlein, d’altronde, deve già vedersela con l’ex presidente del consiglio Giuseppe Conte, che non intende indietreggiare. D’altro canto, però, l’ex martellista ha già tracciato la strada: “no alle Primarie, sarebbero un segno di debolezza”, per la sindaca di Genova bisogna scegliere qualcuno che sappia vincere. E chi può farlo? Tradotto: ci vuole un leader, un vincente, capace di sparigliare le carte e mettere in crisi una Meloni ancora forte, dopo oltre tre anni di governo. E Salis, anche se non detto pubblicamente, sa che quel ruolo potrebbe calzarle a pennello, come già avvenuto nel capoluogo ligure. Ma Elly non ci sta, lo hanno già rimarcato, in più momenti over the top, i suoi alleati del partito. Chi la conosce bene sa che il suo “testardamente unitari” continua a essere un mantra, ma non a discapito del suo percorso da leader del campo progressista. Dalla sua però, Salis avrebbe l’appoggio di Matteo Renzi e Dario Franceschini, non proprio i migliori amici di Schlein, a cui non dispiacerebbe un profilo civico e di grande capacità comunicativa come l’ex vicepresidente del Coni. E se proprio deve essere duello, che allora si scenda nell'agone delle Primarie, commenta a denti stretti Schlein. A quel punto la sindaca di Genova (che potrebbe rappresentare i civici, i sindaci riformisti d'Italia ndr) dovrebbe sfidare Schlein, Conte, uno tra Bonelli o Fratoianni di Avs e chi vorrà prendere parte alla competizione interna al centrosinistra. 

Insomma, il centrosinistra é alla ricerca di un anti Meloni che, al momento, non ha ancora un nome e un cognome ma che potrebbe passare proprio da una sfida con Genova sullo sfondo. Non è trascurabile il ruolo che avrà la possibile nuova legge elettorale che premierebbe ancora di più il candidato premier delle coalizioni, e per il campo progressista diventerebbe dirimente trovare un profilo forte, capace di stanare il ruolo sempre più preminente di Giorgia Meloni. 

La serata genovese a Music for Peace

Genovese d'adozione. La segretaria del Partito Democratico non ha mai nascosto la sua vicinanza con il capoluogo ligure, che dal primo giorno ha espresso il suo appoggio. Una vera e propria roccaforte del suo Pd, a trazione progressista, che già durante il congresso nei circoli del 2023, aveva scelto lei a discapito di Stefano Bonaccini (che in quell’occasione vinse in tutti i circoli, per poi uscire sconfitto alle Primarie). Ma a quasi tre anni dalla sua elezione, anche l'ex presidente dell'Emilia Romagna è confluito nella maggioranza del partito, portandosi con sé anche i suoi fedelissimi della minoranza, da Benifei ad Arboscello, passando per Ioculano. Nonostante per ora non ci sia nulla di ufficiale.

La segretaria dem é intervenuta in serata sul futuro di Gaza, in parte dimenticato dall’opinione pubblica, dopo gli accordi di pace. Dal palco Schlein ha chiesto di rimettere al centro la questione palestinese. “Noi chiediamo che sblocchino al più presto gli aiuti, rifacendoli partire per la striscia di Gaza, inoltre abbiamo già chiesto e presentato la richiesta di riconoscere lo stato di Palestina” ha detto la segretaria del Pd Elly Schlein. Non si è fatto attendere l’attacco alla manovra finanziaria targata Giorgia Meloni, che non guarda alle persone più in difficoltà e ai giovani, ma pensa sempre e solo al proprio “tornaconto”. “La politica non deve mettere il cappello sopra le cose che ha fatto nascere, deve accompagnarle e ascoltarle - l’invito anche agli alleati di partito -. Questo governo taglia sanità, scuola, industria. Noi non dobbiamo solo criticare ma anche costruire un’alternativa quando vinceremo le elezioni. Noi abbiamo provato a costruire credibilità e valori condivisi” ha aggiunto Schlein. La segretaria dem ha poi citato Genova come modello progressista per vincere le elezioni, il modello insomma è da riproporre, ma il volto che deve rappresentarlo non sembra debba passare dal capoluogo ligure. “Noi vogliamo trovare la sintesi della coalizione, con i temi principali su cui lavorare, da sanità a scuola pubblica, passando per il lavoro”. Ma sui nomi, Schlein non parla e non si sbilancia. 

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