Che estate è stata in città e in generale in Liguria per la vostra categoria? "E' stata un'estate molto particolare perché abbiamo perso alcuni stranieri che popolano specialmente l'estremo Levante, in particolare alle Cinque Terre abbiamo avuto un calo degli americani che sono stati compensati con altri turisti sempre stranieri. Abbiamo notato una stanchezza nei consumi specialmente sul fronte degli italiani ma questa è una cosa risaputa. Deve ripartire un po' la capacità di spesa degli italiani per riuscire ad avere delle stagioni al massimo ma non solo l'estate. Adesso incominciamo l'autunno, poi ci sarà il Natale, il Capodanno, Genova e la Liguria ormai sono ampiamente destagionalizzate quindi speriamo che i flussi turistici possano continuare nel periodo invernale e poi riprendere alla grande con i ponti e con le festività di primavera", spiega Alessandro Cavo, presidente Confcommercio Liguria.
Scendono i turisti alla Cinque Terre ma cresce l'amore per l'entroterra
E sulle presenze alle Cinque Terre in qualche modo "sgonfiate" rispetto al passato Cavo commenta: "Sono cicli, io non mi preoccuperei più di tanto, anzi l'interesse per l'entroterra è un qualcosa che abbiamo sempre desiderato, sempre promosso, sia come Confcommercio che come Camera di Commercio di Genova. L'entroterra è un giacimento che va scoperto e riscoperto, lo stanno facendo i turisti, è una cosa ottima, soprattutto in autunno perché è una stagione perfetta per viverlo. Funghi, trekking, mountain bike, passeggiate, è la stagione per antonomasia per il nostro magnifico entroterra".
Insomma se le Cinque Terre forse sono meno gettonate, di certo questo non nuoce al turismo globale ligure: "Ne torneranno altri (turisti, ndr), abbiamo vissuto anni con dei picchi straordinari che hanno portato anche a qualche fenomeno di overtourism. Detesto sentire parlare di overtourism a Genova perché non esiste, mentre alle Cinque terre un po' c'era veramente. Per noi è importantissimo che non accada l'effetto Venezia o quello che sta accadendo a Firenze", continua Cavo.
Il Nautico degli antichi fasti
Intanto Genova attende il Salone Nautico, e nei confronti della kermesse le aspettative sono molto alte: "Sarà uno straordinario Salone, tornato agli antichi fasti, speriamo possa portare molto indotto alla città, porta lustro in tutto il mondo a Genova perché è conosciuta per il Salone Nautico e apprezzata per questo. Speriamo che molti dei visitatori apprezzino così tanto la città che poi possano tornare".
La necessità di infrastrutture per rompere l'isolamento
Le opportunità ci sono: seconde case, smart working, weekend che si allungano supportati da "infrastrutture che possano finalmente arrivare e esserci, penso al Terzo valico dei Giovi che noi abbiamo promosso e richiesto da ormai quasi 30 anni a questa parte, perché le autostrade quelle sono, quelle rimarranno. Ritengo importantissimo il nodo ferroviario di Genova perché la possibilità di avere un sistema di trasporto leggero che raggiunga tutta la lunghissima città di Genova è una cosa molto importante. Bene anche il tunnel subportuale, anche se io ho sempre sognato la tangenziale". E sul futuro della Sopraelevata, per Cavo "Non sarà sufficiente il tunnel subportuale, anche perché io spero in un futuro, credo in un futuro di grande crescita per la nostra città, per cui prima di demolire la Sopraelevata ci penserei veramente non una ma dieci volte. Quando si rinuncia un'infrastruttura non si può tornare indietro".
La Sopraelevata del futuro, tra Singapore e Parigi
Il sogno di Cavo per la Sopraelevata è fatto di verde, anche nella parte inferiore, sempre che sia fattibile la sua manutenzione. "Penso a una meravigliosa striscia di verde che attraversa la città, penso all'esempio di Singapore, alle piantumazioni di Parigi in cui le piazze vengono riempite di alberi per abbassare la temperatura della città. Creatività, un po' di modernità, progresso, sempre pensando però a quella che è l'operatività economica della città, il suo sviluppo, è una città che tendeva al milione di abitanti e mi piacerebbe molto che potesse tornare a tendere a quella cifra, che molti possano innamorarsi della nostra città e venire a vivere qua".
Supermercati, no alle cattedrali nel deserto
E la ricetta affinché grande distribuzione e piccoli esercenti possano convivere, passa dai mercati rionali e dai supermercati complementari al piccolo commercio: "La grande distribuzione funziona quando diventa ancillare al piccolo commercio nei mercati rionali, comunali o quando nascono piccole realtà della grande distribuzione nei quartieri, così diventano servizio e diventano complementari al piccolo commercio. Quando sono grandi cattedrali nel deserto non lo sono, specie in una città che ha perso moltissimi abitanti".

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IL COMMENTO
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