
I fondali di Vesima nascondono un vero e proprio cimitero di attrezzature balneari: diverse centinaia di lettini, basi di cemento per ombrelloni, pedane e frammenti di cabine giacciono abbandonati a pochi metri dalla riva dopo una forte mareggiata del 2025. La scoperta è stata fatta dai sommozzatori della Capitaneria di Porto di Genova, intervenuti dopo ripetute segnalazioni di cittadini.
Le indagini hanno individuato il responsabile: il titolare di uno stabilimento balneare della spiaggia, denunciato alla Procura per abbandono di rifiuti e obbligato alla bonifica del sito. Ma la storia ha anche un altro risvolto, contattato da Primocanale, il gestore – che si definisce "cornuto e mazziato" – ha raccontato la sua versione: "La mareggiata è stata devastante. Ho perso 150 lettini, 100 ombrelloni, 50 cabine e 50 basi di cemento che sono finite in mare. Con maschera e pinne, insieme a volontari e amici, abbiamo recuperato tutto quello che era possibile fino a 3-4 metri di profondità. Oltre i 6-7 metri, però, è praticamente impossibile: gli ombrelloni sono infilzati sul fondo, le basi di cemento pesano centinaia di chili ciascuna e le correnti le hanno spostate. Alcuni sommozzatori privati mi hanno dato solidarietà e disponibilità per un recupero futuro, ma da soli non possiamo farcela".
Il titolare sottolinea di aver ripulito immediatamente l’arenile, rimuovendo tutto ciò che era rimasto a terra, ma di non avere i mezzi tecnici né le autorizzazioni per intervenire in profondità. Pur riconoscendo la violenza dell’evento meteorologico, le autorità hanno comunque proceduto con la denuncia, ritenendo che l’abbandono prolungato dei materiali costituisca reato ambientale e pericolo per l’ecosistema marino e per la sicurezza della balneazione. Ora il gestore dovrà organizzare e finanziare il recupero completo del fondale, con l’ausilio di ditte specializzate e sotto il coordinamento della Guardia Costiera. Un intervento che potrebbe costare altre decine di migliaia di euro e che arriva dopo una stagione già pesantemente colpita dalla mareggiata.
Le indagini hanno individuato il responsabile: il titolare di uno stabilimento balneare della spiaggia, denunciato alla Procura per abbandono di rifiuti e obbligato alla bonifica del sito. Ma la storia ha anche un altro risvolto, contattato da Primocanale, il gestore – che si definisce "cornuto e mazziato" – ha raccontato la sua versione: "La mareggiata è stata devastante. Ho perso 150 lettini, 100 ombrelloni, 50 cabine e 50 basi di cemento che sono finite in mare. Con maschera e pinne, insieme a volontari e amici, abbiamo recuperato tutto quello che era possibile fino a 3-4 metri di profondità. Oltre i 6-7 metri, però, è praticamente impossibile: gli ombrelloni sono infilzati sul fondo, le basi di cemento pesano centinaia di chili ciascuna e le correnti le hanno spostate. Alcuni sommozzatori privati mi hanno dato solidarietà e disponibilità per un recupero futuro, ma da soli non possiamo farcela".
Il titolare sottolinea di aver ripulito immediatamente l’arenile, rimuovendo tutto ciò che era rimasto a terra, ma di non avere i mezzi tecnici né le autorizzazioni per intervenire in profondità. Pur riconoscendo la violenza dell’evento meteorologico, le autorità hanno comunque proceduto con la denuncia, ritenendo che l’abbandono prolungato dei materiali costituisca reato ambientale e pericolo per l’ecosistema marino e per la sicurezza della balneazione. Ora il gestore dovrà organizzare e finanziare il recupero completo del fondale, con l’ausilio di ditte specializzate e sotto il coordinamento della Guardia Costiera. Un intervento che potrebbe costare altre decine di migliaia di euro e che arriva dopo una stagione già pesantemente colpita dalla mareggiata.
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