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Tre figli, due piccoli, una un po' più grande. Novantasei ore in macchina dormendo pochissimo sapendo di aver lascato tutto indietro, la propria casa, gli amici, il proprio lavoro, a volte anche i propri animali domestici
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GENOVA-Quattro giorni di viaggio, stipati in macchina per ore e ore, intrappolati nelle lunghe code che si vedono nelle immagini dell'esodo causato dalla guerra che l'Ucraina sta vivendo. È la storia della famiglia di rifugiati che ieri sera è approdata a Genova dopo essere scappati da Leolopoli, alla ricerca di un posto sicuro dove stare. 

Tre figli, due piccoli, una un po' più grande. Novantasei ore in macchina dormendo pochissimo sapendo di aver lascato tutto indietro, la propria casa, gli amici, il proprio lavoro, a volte anche i propri animali domestici.

Sono arrivati nella notte di ieri dopo un lungo viaggio, bussando alla porta delle uniche persone che conoscevano a Genova, nel quartiere di Pegli, dove per una notte hanno finalmente potuto chiudere gli occhi un po' più tranquilli ma sempre stretti: le persone che li hanno accolti hanno una casa troppo piccola per ospitarli. Proprio alla ricerca di una sistemazione sono arrivati nel centro di Genova, alla chiesa di Santo Stefano, dove nella piccola abazia sono stati accolti.

Anche un'altra famiglia è arrivata da poco nel capoluogo ligure ed è ospitata da una parente, questa mattina davanti alle telecamere di Primocanale hanno voluto raccontare la loro storia, simile a quella di molte altre che stanno intraprendendo il viaggio per arrivare in Italia e in Liguria.

Ucraina, arrivata una famiglia di profughi: "Grazie Genova"-L'INTERVISTA

"Sono arrivati il 27 febbraio, di sera, noi non lo sapevamo perchè sono andati da dei loro conoscenti che però non li hanno potuti ospitare." Lo spiega Maria a Primocanale, musicista in Italia da poco più di un anno che ha lasciato l'Ucraina per guadagnare e poter tornare nella sua madre patria e comprare una casa. I suoi genitori hanno deciso di rimanere nella loro città natale, "sono molto patriottici" spiega.

Maria fa parte della comunità ucraina di Genova, e sta provando ad aiutare la famiglia di Leolopoli arrivata ieri in città: "Anche tra gli ucraini che abitano qui ci sono tante persone che hanno paura e che per questo, hanno deciso di non ospitare i connazionali che stanno arrivando. Non so bene quale sia il sentimento preciso, ma per adesso non c'è ancora nulla di pronto per accoglierli e quindi stiamo ancora cercando una casa per questo nucleo famigliare. In poco più di un giorno sono stati a Pegli, a Savona e in molte parti di Genova".

Nessuna testimonianza, nessuna storia da raccontare: la famiglia non se la sente, ha paura che i ladri, o meglio sciacalli, possano scoprire della loro assenza e rubare tutto quello che hanno dovuto lasciare indietro: "C'è un grande vandalismo e in un attimo ti rubano tutti, ormai lo sanno che molte case sono vuote. Rubano cibo, mobili e gioielli. Per questo non vogliono raccontare la loro storia, hanno paura di perdere tutto".

"Il mio appello è che gli italiani possano aprire il loro cuore e aiutarci a trovare una soluzione per queste famiglie.

"In più sono anche molto stressati e non dormono da tempo, stavano anche fino a 12 ore in coda - conclude -. Speriamo di poterli aiutare".

Continua l'attacco militare russo con la capitale dell'Ucraina, Kiev, accerchiata. La situazione potrebbe cambiare da un momento all'altro dopo l'incontro tra Putin e il presidente Zelensky in Bielorussia e a Genova la comunità ucraina è in attesa di notizie: "Stiamo ancora aspettando. C'è pericolo che anche altri paesi si aggiungano e  partecipino alla guerra. Nella capitale è peggio. Ho tanti amici a Kiev, è da giorni che gli chiedo di andare ad Leolopoli che ora risulta più tranquilla ma non possono arrivarci fisicamente. Il parlamento ha deciso che per tre giorni tutti i cittadini dovranno stare nei bunker, perchè i bombardamenti possono cominciare di nuovo da un momento all'altro. Non possono neanche arrivare ad un treno che li possa portare fin la."

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