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Primocanale è andata a scoprire cosa pensano proprio loro, i commercianti, una delle parti più importanti del tessuto del quartiere dopo anni di denunce ma anche lavori per le strade di Sampierdarena
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GENOVA - Continua il viaggio di Primocanale nel quartiere di Sampierdarena, spesso definita zona critica della città di Genova e dove da tempo si denunciano situazioni complesse legate anche all'immigrazione, alla presenza di un grosso centro commerciale e del crollo di ponte Morandi.

A fotografare la situazione a Primocanale è Emanuele Di Stefano, ottico e titolare di un'attività commerciale a qualche passo da piazza Vittorio Veneto. Prima, il negozio era in una zona più centrale di via Buranello, ma per questioni proprio legate alla difficoltà della via ha deciso di spostarsi.

"Frequento questo bel quartiere, Sampierdarena, dal '96 perché ci lavoro anche se abito da un'altra parte. Da allora ad oggi c'è stato un vero e proprio declino secondo me. Frose per l'immigrazione, un po' perché la zona è portuale e di passaggio. Diciamo che per me il massimo del degrado prima si poteva trovare nei vicoli della città, mentre ora la situazione è molto simile anche in questa zona", racconta l'ottico.

Genova, tra degrado e riscatto. Il viaggio di Primocanale a Sampierdarena - LEGGI QUI

Episodi di violenza, spaccio ma soprattutto la denuncia di persone che spesso bivaccano tra via Buranello e piazza Vittorio Veneto fino a notte fonda. Su questo è intervenuto l'assessore alla sicurezza del Comune di Genova Sergio Gambino, che durante il Programma Politico di Primocanale ha spiegato un piano sicurezza per il quartiere del ponente genovese praticamente uguale a quello previsto per il Centro Storico.

Secondo Di Stefano, servono fondi:

"La politica potrebbe investire di più sul territorio, perché se mettiamo a confronto Levante e Ponente troviamo delle discordanze. I commercianti qui sono lasciati al loro destino"

Piccoli furti, disturbo dei clienti, bivacchi e schiamazzi all'esterno: è questo quello con cui spesso i commercianti, al centro del tessuto economico del quartiere, convivono. E a volte scelgono di chiudere e spostarsi.

E la fila di serrande chiuse che si possono notare passeggiando o anche viaggiando in auto per la via, un tempo centro del commercio sampierdarenese insieme a via Cantore, lasciano un senso di vuoto in chi, invece, resiste, come Di Stefano. "Non ci sono nuove attività che aprono, ma anzi: da piazza Barabino in qua ci sono state chiusure importanti, soprattutto dal lato ferrovia".

 

*Per contattarci e segnalare situazioni d'interesse che riguardano Sampierdarena la mail è

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