GENOVA -"Le persone che non hanno più la pazienza di aspettare perchè la comunicazione avviene via WhatsApp..." dice Enrica Mazzarello, Alexander Paganetto al suo fianco aggiunge: "Tutti noi non sappiamo aspettare, e l'attesa porta tanta agitazione...".
 
Il tempo che sfugge nell'attesa di un messaggio di WhatsApp, da un testo del giornalista Marco Belpoliti, non poteva che essere il tema più gettonato dai seimila ragazzi genovesi al primo approccio dell'esame di maturità. La foto simbolo di questi esami coì non può che essere il banco di una classe del Vittorio Emanuele II Ruffini dove sono relegati i telefonini dei maturandi.
Nelle tracce della prova scritta anche Alberto Moravia con un brano da 'Gli Indifferenti' e Salvatore Quasimodo con 'Alla nuova luna', l'idea di nazione' con un testo da Federico Chabod e un testo tratto da Piero Angela 'Dieci cose che ho imparato' e poi un testo di Oriana Fallaci, 'Intervista con la storia'.
Una delle tracce richiama una lettera aperta inviata nel 2021 dal mondo accademico e culturale all'ex ministro dell'Istruzione Bianchi, che invita a reintrodurre le prove scritte alla Maturità. La lettera fu scritta durante il periodo della pandemia e ha scatenato tante polemiche.
L'attesa dell'ultimo sforzo dei maturandi prima della campanella delle 8 si legge sui visi degli studenti del Vittorio Emanuele Ruffini di largo Zecca, dove ci sono anche allievi delle serali. E da dove partono anche i plichi con dentro le tracce dei temi destinati ai maturandi in carcere: cinque a Marassi, quattro al misto di Pontedecimo, dove infatti c'è anche una donna.
La soddisfazione dopo la prima prova scritta è invece visibile nei maturandi che escono dopo il tema dall'artistico Klee e dallo scientifico Cassini di viale Sauli, a San Vincenzo e che già sembrano pensare al futuro.
Un'ansia che si può mettere alle spalle grazie anche alla scaramanzia, come ammette una studentessa del Vittorio Emanuele II che non scarta la possibilità di trovare lavoro facendo tatuaggi, a lei la mamma ha regalato i santini di Padre Pio e poi ammette con sincerità anche altri gesti scaramantici molto privati e quando entra nell'istituto, simpaticissima, allarga un sorriso e pretende che le si dica in bocca a lupo. Crepi allora.
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