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Sulle barricate i lavoratori di Superba che, attraverso un comunicato, chiedono rispetto per il loro operato e il loro futuro
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GENOVA - Si alza la tensione intorno allo spostamento dei depositi chimici che potrebbero essere trasferiti da Multedo a Sampierdarena. In queste ore Guido Ottolenghi, proprietario e amministratore delegato di Superba, ha rilasciato un'intervista esclusiva a Primocanale nella quale non lascia spazio all'interpretazione. "Se Genova non ci vuole chiudiamo e andiamo via", ha tuonato Ottolenghi.

Esclusivo-Depositi, Superba: "Se Genova non ci vuole chiudiamo e andiamo via"

Nel frattempo Regione Liguria cerca di smorzare i toni precisando che è in corso un approfondimento istruttorio e che sulla procedura di trasferimento dei depositi chimici, a oggi la procedura non è esclusa. "Ogni notizia in merito a un eventuale futura bocciatura di tipo ambientale è del tutto infondata - si legge nella nota di Regione Liguria -. È in corso un approfondimento istruttorio in relazione agli aspetti preliminari, in particolare sulla legittimità dei titoli del soggetto che ha presentato l’istanza: aspetti che nulla hanno a che vedere con il merito del procedimento. Chiunque intenda pronunciarsi, sarebbe dunque opportuno che attendesse l’esito finale della procedura".

Sulle barricate i lavoratori di Superba che, attraverso un comunicato, chiedono rispetto per il loro operato e il loro futuro. "Non ci stiamo a continuare a essere considerati carne da macello per ogni tipo di esternazione o propaganda. Non esistono lavoratori di serie A e lavoratori di serie minori. Tutti i lavoratori sono uguali, tutti hanno gli stessi diritti e doveri e come tali devono essere tutelati. Ognuno di noi con il nostro stipendio, con le trattenute fiscali contribuisce al sostenimento della spesa pubblica e al mantenimento dei servizi di cui beneficia l’intera collettività".

I lavoratori di Superba rivendicano la solidità dell'azienda che non ha mai messo nessun dipendente in cassa integrazione, non ha chiesto interventi a sostegno o interventi per ripianare il bilancio in rosso, ha continuato a rimanere aperta in attesa di una nuova collocazione più idonea e migliorativa, congrua con il tempo in cui viviamo. "Ma evidentemente Genova è una città 'anziana' non solo dal punto di vista anagrafico - attaccano -. Il porto dovrebbe essere aperto a tutti gli operatori e non solo riservato ai soliti nomi noti genovesi e non. Nel nostro piccolo ci è stato insegnato, che insieme si cresce, la diversificazione fa crescere e tutela dalle crisi. L’obiettivo dovrebbe essere quello del fare e non quello dell’ostacolare sempre e tutto a favore di pochi. Insieme si vince, da soli si perde sempre" chiosano.

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