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Il genovese vicepresidente della Commissione Trasporti al Senato commenta a Primocanale: "Così come è scattato l'aumento può scattare anche una diminuzione. Penso che si possa convocare Autostrade e far presente la situazione ligure"
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L'aumento dei pedaggi autostradali scattati dal primo gennaio 2023 anche lungo le tratte liguri gestite da Autostrade per l'Italia ha scatenato le polemiche di diversi settori dell'economia. Primocanale con l'editore Maurizio Rossi ha parlato di sopruso ai danni dei cittadini e ha aperto il dibattito (leggi qui).

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Il genovese Lorenzo Basso, senatore del Partito democratico ricopre un ruolo importante a Roma: è infatti vicepresidente della commissione Trasporti al Senato. Anche lui è voluto entrare sul dibattito aperto da Primocanale: "Le autostrade della Liguria sono ancora piene di cantieri, code e chiusure notturne. Il vero tema è che il sistema autostrade non è in grado di giustificare, non solo l'aumento ma anche il pagamento dei pedaggi (in Liguria ndr). Bisogna poi considerare altre situazioni come i ripristini delle barriere fonoassorbenti che dovevano essere messe in pochi mesi e invece sono anni che si aspetta e non sono nemmeno state calendarizzate".

Cosa si può fare? "Aprire due tavoli diversi - spiega Basso - uno al ministero delle infrastrutture e dall'altro un lavoro deve essere fatto a livello locale. Per me è stato sbagliato l'accordo avvenuto tra Aspi, Comune e Autorità portuale che ha chiesto che le cifre messe da Aspi venissero usate anziché per l'esenzione del pedaggio per fare opere come il tunnel sub-portuale, opera molto complessa e che vedremo chissà quando. Credo sarebbe stato utile mantenere l'esenzione del pedaggio fino al 2031".

E sugli aumenti del 2% che hanno interessato le tratte liguri il senatore del Pd aggiunge: "Così come è scattato l'aumento può scattare anche una diminuzione. Penso che si possa convocare Autostrade e far presente la situazione ligure. Vanno chiusi i cantieri e poi eventualmente discutere gli aumenti. Autostrade non poteva rimanere ai Benetton, ma non è solo una questione simbolica. Quando c'è un tale errore da parte di chi aveva l'onere di gestire quella infrastruttura da parte dello Stato quello società non può più avere altre concessioni pubbliche" riferendosi al crollo di ponte Morandi che il 14 agosto del 2018 ha causato la morte di 43 persone e alla concessione autostradale che detenevano i Benetton.

Basso aggiunge "Lo Stato si è fatto carico di entrare anche per necessita ma questo comporta il dover dare garanzie doverose ai cittadini. Non possiamo avere una società Autostrade che non è in grado di garantirci i servizi, che sappiamo quando partiamo e non quando arriviamo. E' una questione di dignità dello Stato" conclude il senatore del Partito democratico.

 

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