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Oltre 80mila ungulati nella regione, ma il problema al parco della Maggiolina è stata l'organizzazione
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LA SPEZIA - Ancora al centro delle cronache spezzine la sorte dei nove cinghiali rinchiusi nel parco della Maggiolina, alla Spezia. Dall'otto agosto gli animali occupano il parco, ora chiuso e non usufruibile dal pubblico, sotto l'occhio attento dei molti volontari di associazioni animaliste. In molti hanno deciso di 'sorvegliare' la famigliola per paura che le autorità decidessero di abbattere non solo padre e madre, gli esemplari più grossi, ma anche i cuccioli. Ma secondo Paolo Campocci, direttore di Coldiretti Genova e La Spezia, si parla di un 'non-problema'.

"Anche trovando una soluzione il problema ci sarebbe ancora - racconta Campocci a Primocale -. Solo in Liguria parliamo di oltre 80mila capi: la presenza degli ungulati è una presenza che non è più gestibile, le nostre imprese sono stremate".

Oltre 80mila ungulati nella regione, ma il problema al parco della Maggiolina è stata l'organizzazione. "Sono stati commessi diverso errori, il primo quello di rinchiudere gli animali all'interno di un parco pubblico, unico polmone verde della città - spiega Campocci -, dove i bimbi potevano giocare per ore e gli anziani potevano trovare un po' di refrigerio da questo caldo che si è abbattuto sulla Liguria. Gli errori sono stati fatti da parte di tutti e ora bisogna trovare una soluzione che vada a contemperare le esigenze di tutti perchè tra la faunistica che è intervenuta dopo giorni e non ora e il fatto che gli animali sono diventati oggetto di curiosità non solo per gli animalisti ma anche per i cittadini".

Intanto gli animalisti non si fermano, neanche dopo 13 giorni di presidio. È timore che possano essere abbattuti e non liberati è proprio quello che ha spinto, associazioni, fattorie e anche diversi privati a offrire una sistemazione per gli animali, ma anche questo, non basta (LEGGI QUI). Nel mentre dalla Regione Liguria arrivano rassicurazioni: "Ogni intervento nel parco delle prossime ore sarà esclusivamente finalizzato ad accertare le condizioni di salute degli animali ed in particolare della sussistenza o meno del virus della peste suina. E chiediamo a tutti coloro che si stanno interessando attivamente a ciò che sta accadendo di agevolare in ogni modo queste operazioni. Solo all’esito dei risultati verranno prese ulteriori decisioni in grado di tutelare al meglio i molteplici interessi legati a questa vicenda".


 

 

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