
GENOVA - Sono novecento le donne e gli uomini provenienti da 26 paesi che hanno studiato alla scuola di lingua e cultura italiana gratuitamente per tutto lo scorso anno con decine di insegnanti volontari di Sant’Egidio, che ha festeggiato con un evento al porto antico i diplomi di 300 studenti.
"È un momento importante - sottolinea Andrea Chiappori, responsabile della comunità di Sant’Egidio in Liguria -. La scuola è un elemento fondamentale per la possibilità di integrazione di queste persone quindi oggi siamo molto accoglienti, accogliamo queste persone che potranno in tanti modi inserirsi nella nostra città e nella nostra società".
La scuola di lingua e cultura italiana a Genova è attiva dal 1986 e in questi anni ha iscritto 16mila persone, rappresentando per molti immigrati un luogo di accoglienza e amicizia, dove, con l’apprendimento progressivo della lingua italiana, ha avuto inizio un percorso di integrazione e partecipazione attiva alla vita della nostra città.
La scuola ha sei sedi nel capoluogo ligure (in Centro Storico, a Sampierdarena, Sestri Ponente, Pra’, Bolzaneto e Molassana) e quest’anno ha insegnato l’italiano a differenti livelli a circa 900 persone – giovani e adulti – da 26 paesi (dal Bangladesh al Marocco, dall’Ucraina all’Iran, dal Senegal al Venezuela, all’Albania).
"Partecipare a questa iniziativa è stato davvero emozionante - ha dichiarato l'assessore alle Politiche Socio Sanitarie di Regione Liguria Giacomo Giampedrone -. La prima parola che ho voluto dedicare a Sant'Egidio, a chi anima e porta avanti questa scuola e a chi ha scelto di intraprendere questo percorso accettando la sfida di imparare una nuova lingua per meglio integrarsi in questa nostra comunità è stata una parola di ringraziamento per questo straordinario lavoro. Ne siamo veramente orgogliosi. Il nostro impegno comune dev'essere rivolto a valorizzare al meglio tutte le attitudini, le capacità che ciascuno di voi può esprimere. Per raggiungere questo traguardo, dovremo abbattere insieme tante barriere e al contempo costruire ponti in modo che possiate costruirvi il presente e il futuro, dagli studi per i più giovani ad un lavoro e una famiglia per gli adulti, in questo territorio e in questa comunità, a cui tutti sentiamo di appartenere"
IL COMMENTO
Il nuovo Papa mantenga lo sguardo di Francesco sui detenuti
Il lavoro al centro della battaglia elettorale, ma Genova non ha bisogno di promesse