Io non mi vaccino perché ho paura. Io non mi vaccino perché sono contrario da sempre a tutti i vaccini. Io non mi vaccino perché sono contro questo governo. Io non mi vaccino perché così dimostro ideologicamente la mia distanza dal sistema.
Queste e molte altre possono essere le ragioni che inducono tante persone, circa tre milioni malcontate, a rifiutare l'iniezione che garantisce non già l'immunizzazione, bensì la possibilità (comunque molto bassa) di contagiarsi con buone probabilità di essere asintomatico, di cavarsela con una banale influenza, in ogni caso di non finire all'ospedale o peggio ancora in terapia intensiva (con annesso pericolo di morte).
Stante la situazione, il rifiuto - anche del green pass, di conseguenza - cozza contro il buon senso comune: non sono tutti scemi i milioni di italiani che invece si sono vaccinati, comprese decine e decine di migliaia di medici e loro familiari. Ma quel rifiuto non è contro la legge. Voglio dire che non esistendo alcun obbligo vaccinale, alla fin fine hanno ragione a invocare la loro libertà quanti, per qualsivoglia motivo non importa, decidono di resistere all'iniezione.
Ecco perché sto con Giovanni Toti, il governatore ligure. Ma solo a metà, cioè nella parte in cui invoca l'introduzione di una norma che obblighi a vaccinarsi. Statisticamente, se proprio vogliamo tenere da parte la scienza, si sta sempre più dimostrando che a contagiarsi sono i non vaccinati. C'è poco da fare e ancor meno da dire: obbligo e avanti tutta anche con la terza dose.
Non sto con Toti, invece, quando prefigura la possibilità che se non si introduce l'obbligo vaccinale allora bisogna ricorrere a una soluzione "all'austriaca": un lockdown mirato solo sui non vaccinati, lasciando liberi gli altri di vivere e comportarsi quasi normalmente. Quasi, perché alcune regole prudenziali vanno conservate.
Ecco, questa cosa del lockdown solo per alcuni non mi piace. E non perché si violino chissà quali diritti, bensì perché mi aspetto un governo che sappia decidere anche con il piglio dell'impopolarità, se occorre. E soprattutto mi aspetto un governo che sappia mettere in campo il buon senso. Ormai le notizie, quelle giuste, sono un patrimonio di tutti. Allo stesso modo, a parte qualche rarissimo caso, non si può dire che non sia stata utilizzato il metodo del dialogo.
La verità è che siamo su una strada senza ritorno: serve l'obbligo vaccinale. Altrimenti, la sgradevole conseguenza sarà che si continueranno a tutelare i diritti di pochi e non quelli di chi si è vaccinato, che sono la stragrande maggioranza. Anche se cosa non è poi così sorprendente: questo resta il Paese che di condono in condono protegge più chi non paga le tasse di chi le paga. Non c'è altro da aggiungere.
salute e medicina
Obbligo vaccinale indispensabile oppure è inutile accusare i no-vax
"La verità è che siamo su una strada senza ritorno: serve l'obbligo vaccinale"
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