
Condanne per quasi 20 anni a Genova per un’organizzazione che truccava gli esami delle patenti composta da dodici imputati che agivano da un’autoscuola di Pegli, inzialmente erano indagati in 58. La sentenza, emessa dal collegio presieduto dalla dottoressa Monica Parentini, ha inflitto le pene più severe a Salvatore Ventura (7 anni e 1 mese) e Vincenzo D’Oro (3 anni e 10 mesi), titolare dell'autoscuola. Per gli altri imputati pene minori, alcune con sospensione condizionale. Sequestrate le patenti ottenute illecitamente.
Esami patenti con auricolare nascosto
Il sistema offriva un servizio "chiavi in mano": reclutamento del candidato, gestione burocratica tramite un’autoscuola, “vestizione” con microtelecamera e auricolare nascosti, accompagnamento in Motorizzazione Civile, suggerimenti da remoto durante il test e rientro a esame concluso. Costo? Circa 1.000 euro, trattabili in base alla disponibilità economica del "cliente".
L'associazione a delinquere con base a Pegli
Al centro della rete, secondo l'accusa, c’è Salvatore Ventura, 59enne già sotto sorveglianza speciale per altri reati, difeso dagli avvocati Emanuele Canepa e Andrea Volpe. Ventura, gestore di fatto della società "Nuovo Pianeta Rosso s.r.l.", coordinava l'operazione, utilizzando il locale "Pianeta Rosso" in piazza Giardini Franco Sartori per preparare i candidati. Insieme a lui, Vincenzo D’Oro, titolare dell’Autoscuola Pegli, accusato di gestire le pratiche amministrative. Collaboratrici come Manuela Mauro, Veronica Ivaldi ed Eva Milighetti si occupavano di logistica e contatti, mentre intermediari esterni facilitavano il reclutamento.
Le intercettazioni telefoniche
Le indagini, partite da un’intercettazione in un altro fascicolo, hanno raccolto centinaia di conversazioni: "Stai zitto, non devi raccontare nulla!
Le conversazioni intercettate mostrano accordi verbali e istruzioni per cancellare i messaggi: "Cancella tutto".
"Equipaggiamenti" tecnici e tariffe
Gli imputati pianificavano date d'esame, "equipaggiamenti" tecnici e tariffe, mantenendo tutto nel massimo riserbo. Le truffe, attive tra aprile e maggio 2021, sono state interrotte dalla polizia giudiziaria, che ha sequestrato documenti con la "contabilità" dell’organizzazione e patenti ottenute illecitamente. Non sempre il sistema funzionava: in alcuni casi, malfunzionamenti tecnici delle apparecchiature hanno impedito il superamento dei test, ma i candidati potevano ritentare. Tra i "clienti", molti stranieri con difficoltà linguistiche e giovani disposti a pagare pur di evitare il quiz. La Motorizzazione Civile, inizialmente sotto indagine, è risultata estranea ai fatti e ha collaborato attivamente.
Come richiesto dal legale di Vincenzo D'oro la rettifica: "Vincenzo D'oro non è colpevole e confidiamo di poterlo fare emergere nei successivi gradi di giudizio. La condanna è provvisoria, non definitiva. La sentenza del Tribunale è solo la prima pronuncia a cui farà seguito quella della Corte di Appello e se necessario l'ulteriore vaglio della Suprema Corte di Cassazione. Già il primo grado ha consentito di provare che D'oro non è mai risultato presente, né in sede di vestizione dei candidati (con microfoni e microtelecamere), né fuori dalla Motorizzazione per i suggerimenti a distanza, né alla successiva svestizione. E non vi è prova su sua denegata consapevolezza rispetto al metodo fraudolento di Ventura. Non dimentichiamo il principio costituzionale secondo cui l'imputato si presume innocente sino ad eventuale condanna definitiva".
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IL COMMENTO
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