cronaca

2 minuti e 55 secondi di lettura
Ci avviciniamo al 14 agosto data drammatica, triste, nella quale ricorderemo le vittime del crollo del Morandi: non accettiamo che si parli di Gronda come soluzione del traffico sul nodo autostradale Genovese e Ligure.
I lavori della prima Gronda, denominata Bretella, furono appaltati e pronti per partire negli anni novanta. Dal 1995 si sarebbe potuta avere la “Bretella/Gronda” ma le amministrazioni di allora decisero di pagare le penali per disdire i contratti e rimettere tutto in discussione.


Poi le varie soluzioni, con quintuplicazione dei costi da 1 a 5 miliardi. Autostrade per l’Italia, che aveva l’impegno di realizzarla, dirottò i “nostri soldi” su altre opere: domande precise che posi al Ministro Delrio, nella mia qualità di membro della Commissione trasporti del Senato, domande nelle quali erano inserite precise preoccupazioni sullo stato del Ponte Morandi e della sua manutenzione, non ebbero mai alcuna risposta.

Per fare la Gronda ci vorranno, nella migliore delle ipotesi, da 10 a 15 anni.
Il tema resta un altro: come risolviamo i problemi del traffico sul nodo autostradale genovese e ligure sino a quando non ci saranno soluzioni che prevedono nuove infrastrutture?

E poi non possiamo accettare che abili comunicatori ben pagati per costruire una controinformazione, proprio nei giorni antecedenti la commemorazione del crollo del Morandi e in particolare delle vittime innocenti di quella tragedia, provino a giustificare le sicure colpe di Autostrade per l’Italia e dei suoi azionisti di riferimento, i Benetton, che grazie alla loro maggioranza relativa hanno determinato i consigli di amministrazione passati che hanno evitato di fare quanto dovevano per aumentare gli utili e distribuire dividendi agli azionisti.

Ricordiamo bene, invece che parlare di Gronda, quali problemi non sono stati affrontati dal concessionario ed anche certamente la totale mancanza di controlli da parte delle istituzioni preposte dello Stato, in primis il Ministero dei Trasporti:

- mancanza totale di manutenzione in questi decenni, come da sempre sostenuto anche con interrogazioni in Commissjone trasporti quando ero dal Senatore dal 2013 al 2018;

- mancanza di rispetto delle normative di sicurezza dettate dall’Europa, cosa sempre sostenuta da interpellanze da me scritte ma purtroppo restate senza risposta;

- richiesta in ben due occasioni da parte di Autostrade per l’Italia di proroghe di concessione a fronte della costruzione della Gronda, una sorta di “forzatura” per ottenere inizialmente 15 anni di proroga che poi la commissaria europea ha autorizzato a soli 4 anni, ma condizionando la proroga ad una revisione dell’attuale concessione tra cui la diminuzione dal 40 al 20% dei lavori “in house”, cioè miliardi che il concessionario può elargire a sue società senza appalto per fare la Gronda e altre opere di ordinaria e straordinaria manutenzione e su cui Autostrade ottiene forti utili non ben controllabili.

Comosco bene la storia. Non accetto parole e comunicati stampa che si scrivono come si vogliono per giustificare posizioni inaccettabili e inqualificabili che Autostrade per l’Italia e i suoi azionisti di riferimento, ribadisco primi tra tutti i Benetton, hanno determinato creando danni incalcolabili all’economia ligure.

Ma in questi giorni dobbiamo solo pensare e ricordare cosa è accaduto il 14 agosto del 2018 alle ore 11.36, tragedia che ha causato la morte di 43 persone innocenti che la magistratura chiarirà, nei tempi dovuti, da chi sono stato uccisi. In questi giorni meditiamo e dedichiamo i nostri pensieri alla tragedia. Al ricordo che non dovrà mai venire meno.

Di Maurizio Rossi
Membro della Commissioni trasporti del Senato nella XVII legislatura