cronaca

La donna credeva che fosse affetto da una malattia neurologica
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Il tribunale di Imperia in rito abbreviato ha prosciolto per difetto di imputabilità dovuto a vizio di mente Natalia Sotnikova, la donna russa di 40 anni che, nella notte tra il 10 e l'11 dicembre 2014, ha ucciso il figlio di dieci mesi, Semyon, affogandolo in mare a Bussana di Sanremo (Imperia), dove la donna si trovava assieme al compagno per una breve vacanza.

Il gup Massimiliano Botti, tuttavia, ha disposto come misura di sicurezza il trasferimento della donna all'ospedale psichiatrico giudiziario di Castiglione delle Stiviere (Mantova), dov'era già stata ricoverata, contestualmente alla revoca della custodia in carcere. Sornikova era accusata di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà. Determinante è stata la perizia psichiatrica che ha fatto emergere l'incapacità di intendere e volere.

All'origine del delitto la convinzione da parte della donna che il piccolo fosse affetto da una malattia neurologica ereditaria. "Incontrerò nei prossimi giorni la mia assistita - ha detto l'avvocato della donna Stefania Belmonte di Roma - Attendiamo anche le valutazioni del tribunale di Sorveglianza, dato che la pericolosità sociale certificata oggi è inferiore a quella iniziale. Il nostro obiettivo, infatti, è quello di chiedere l'applicazione di una misura di sicurezza alternativa all' ospedale psichiatrico"

Quello della Sotnikova - ha detto il legale parafrasando le parole dei periti di parte - è stato un suicidio dimezzato e non un omicidio. L'intenzione della donna, infatti, era quella di togliersi la vita assieme al bambino che teneva nel marsupio".