La delusione, questa volta, è stata cocente. Lo Spezia fermato dall’Avellino nei playoff è una squadra che lascia dietro di se, il ricordo di un’incompiuta, di un vorrei ma non posso perché, davvero gli aquilotti hanno dimostrato di avere cifra tecnica in grado di fare la differenza. E invece è bastato sbagliare qualcosa di troppo e il giocattolo si è rotto. Un giocattolo che non va, però, smontato.
La squadra ricca di innesti croati e comunque stranieri, nelle sapienti mani di Bjelica, ha saputo esprimere momenti di bel gioco, anche se ha pagato quella che sembra essere la tara del club spezzino: l’incostanza. Ed ora è via all’assalto ai gioielli.
A cominciare dal difensore Valentini che è stato buon protagonista in questa stagione: per lui si sono mossi i messicani del Leon ma la sensazione è che non se ne faccia nulla.
E fanno gola anche i talenti provenienti dai Balcani: Scozia, con gli Hearts e Germania attenti su Datkovic ma per meno di un milione di euro il giocatore non si muove.
Male che vada, il futuro dello Spezia, comunque, è già in casa: i ragazzi della Primavera di Fabio Gallo approdati alla final eight per lo scudetto di categoria sono già un pezzo di storia del club aquilotto. E chissà che le risorse per ritentare l’assalto al Paradiso della serie A non arrivino anche da li.
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