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L'ex procuratore generale Lalla risponde al senatore Rossi
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Gentile direttore, ho letto con molta attenzione la nota del senatore Rossi del 18 marzo che mi riguarda.

Osservo che accetterei convinto il consiglio del parlamentare – ossia confermare le dimissioni e rendermi indisponibile al ruolo di Difensore civico – se fosse vera la premessa del sen. Rossi, ossia che io sia stato “toccato da accuse gravi”.

In realtà non è così. Nessuno mi ha accusato di nulla, neppure il giornalista che, pur trovandosi in una situazione di incompatibilità e quindi d'astensione nei miei confronti per un contenzioso giudiziario personale ancora aperto, ha redatto con altri gli articoli.

Non ho ricevuto nessun avviso di reato (la magistratura torinese non mi ha mai cercato); non ho chiesto né concesso favori ad alcuno; il riferimento fatto a Berneschi riguardante mia nuora era privo di interesse (aveva già un lavoro prestigioso, che ha mantenuto, ad ha respinto il contatto della Carige).

Tanto mi sentivo di dover chiarire. Continuerò quindi, ancora per pochi mesi, a fare il Difensore civico essendomi stata confermata la fiducia da parte del Consiglio regionale.

Penso che questa sia anche la volontà dei molti cittadini liguri che si sono rivolti al mio Ufficio e che in questi giorni mi hanno manifestato grande solidarietà.