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Il neo ceo Fredberg: "Per salire all'attico non c'è un ascensore, bisogna costruire le scale". Il ds Andrea Mancini: "Qui è una famiglia, per cercare i giocatori non ci fermiamo alla carta d'identità. Tutino e Coda li valutiamo, su Pedrola vogliamo puntare".
7 minuti e 8 secondi di lettura
di Marco Bisacchi

"Si parte con l'idea di andar forte. Per me risulta difficile, se non impossibile, dire cosa succederà in futuro. Si andrà forte dall'inizio. C'è già grande entusiasmo. Quello che è successo l'anno scorso è il passato, lo è anche per la squadra. Perdere energie sul passato per me è una cosa inutile. Una cosa che ho sempre pensato anche da calciatore. Il passato serve solo per guardare agli errori commessi e non farli più, ma poi conta il presente". Si presenta così il neo allenatore della Sampdoria Massimo Donati, a Bogliasco in una conferenza congiunta col ds blucerchiato Andrea Mancini e il neo ceo dell'area football Jesper Fredberg.

Quali saranno però gli obiettivi da cui riparte la Sampdoria? "Si parte a fari spenti completi, cercando di fare domenica dopo domenica il meglio. Ma ci si aspetta che andremo forte. Promettere cose è inutile, controproducente, ha poco senso. Sicuramente faremo il massimo, faremo il massimo per vincere. Ora abbiamo iniziato, abbiamo iniziato bene. Sono molto contento dell'approccio, di quello che sarà" dice Donati. "Il mio obiettivo è tirar fuori il 100 per cento da tutti i giocatori. E' il mio obiettivo principale. So che se riesco a fare questo si faranno buone cose" aggiunge il mister.

La ripartenza dopo il playout

Sui primi colloqui coi calciatori. "Come ho detto l'altro giorno, io non sono un ruffiano. Ma hoi trovato ragazzi fantastici con grande predisposizione al lavoro, grande serenità e voglia di fare questa stagione nel migliore dei modi. Anche io pensavo di trovare una squadra diversa, anche io pensavo di trovare degli strascichi. Hanno voglia matta di mettersi in mostra, di sudare e di lottare. Sono rimasto veramente contento del loro primo approccio, ho avuto dei colloqui individuali. Io ho bisogno di giocatori che abbiano il fuoco dentro. Questo fuoco l'ho visto in tutti loro al di là di qualità tecniche, fisice e tattiche. Aspetto importante come prima impressione. Sono molto felice".

Fredberg si presenta

Jesper Fredberg si è presentato parlando della ripartenza della società a livello tecnico, sul mercato e anche a livello giovanile. "Sono felice e onorato di essere qui. Non vedo l'ora di lavorare per il club - dice il dirigente danese - sul mercato abbiamo un budget per cercare di ottenere i risultati migliori. La Sampdoria nell'ultimo anno ha speso molto senza ottenere risultati positivi. Lo smantellamento del settore giovanile? Una parte importantissima e motivante. Sono arrivato da pochi giorni, lasciatemi del tempo per lavorarci. Sono qui, non scappo".

Esiste una lista dei calciatori su cui volete puntare? "Sì, abbiamo già una lista. Ci stiamo già lavorando da questa settimana. L'idea è quella di avere una strategia ben chiara, a lungo termine. Giocatori che rispondano al profilo ricercato. Poi è importante che la squadra giochi come squadra, qui è il ruolo di Donati. Io vi dico che i nuovi giocatori arriveranno il prima possibile, anticipo la vostra domanda - dice Fredberg - con tutti questi cambi vi aspettate che le cose siano già fatte da ieri, ma l'idea è quella di andare con un certo ritmo, anche un po' più lento, per scegliere i giocatori giusti in modo che Massimo possa fare risultati".

Meglio giocatori italiani o stranieri? "L'obiettivo è quello di scegliere i giocatori migliori. Tra uno italiano e uno straniero sullo stesso livello si preferisce un italiano. Si guarderà però anche al mercato estero. L'idea è quello di avere il team migliore. Si devono ambientare" dice Fredberg.

Lo scouting di Andrea Mancini

Andrea Mancini come ds ripartirà con un'idea simile a quella del mercato 2023 con tanti giovani oggi al centro del mercato di Serie A? "Se parliamo di Leoni, Ghilardi, Stankovic e di Pedrola, sono giovani molto interessanti che oggi stanno dimostrando il loro valore. Fa piacere per loro. Io sono dell'idea che la carta d'identità non fa il giocatore, sono determinanti le qualità. Il tempo è galantuomo. L'importante è che i giocatori che vengono qui abbiano la fame per onorare la maglia della Sampdoria. Sicuramente stiamo cercando anche profili del genere, potranno essere anche un valore per la società".

Quale sarà il destino di Pedrola, rientrato dal Bologna? "Pedrola ha avuto un po' di problemi fisici, nell'ultimo anno. L'ho perso un po' di vista nell'ultimo anno. Un giocatore che non ha niente a che fare con la categoria. E' un patrimonio della società. Pensiamo di poter puntare su di lui" dice Mancini.

La scuola Gasperini

Donati è un allenatore gasperiniano? "Il gioco di Gasperini piace a tanti, anche se io con Gasperini a Palermo sono retrocesso. Apprezzo il suo gioco, anche se dipende da tante cose. Un'idea di calcio che mi piace. Nella mia carriera ho avuto tanti allenatori, ho sempre avuto spunto dal mio puntodi vista. Non c'è solo quello che si fa in campo, il rapporto dei giocatori, ci tengo tanto, che credano nel gruppo squadra. La mentalità bisogna costruirla, non bastano pochi giorni. Dovremo diventare una squadra dal punto di vista mentale indistruttibile, non ci deve essere niente che ci fa paura" dice Donati.

La pressione di Marassi e il fattore tifosi. "I tifosi, lo stadio pieno saranno per noi un supporto. Non posso pensare che si possa subire la situazione invece che trarne beneficio. E' la parte bella del calcio. Era un piacere anche quando giocavo, anche in trasferta coi tifosi che ti insultano. E' il sapore del calcio. Qui alla Sampdoria lo stadio è pieno, la gente ama la maglia. Questo sarà per noi un grande supporto. I tifosi hanno detto che ci staranno vicini. Ma anche io voglio trascinarli con la squadra. Una barca che va sempre dritta, io ci metto anche i tifosi. Devono sapere che daremo sempre il più possibile. Noi e tutto il club, i tifosi dobbiamo andare in un'unica direzione. La pressione di Marassi? Qualche partita l'ho fatta - dice Donati - Se un giocatore soffre queste situazioni, deve fare qualcos'altro. Il pubblico sarà una risorsa".

L'occasione Sampdoria. "Non è un punto di partenza e neppure di arrivo. E' un punto bello. Mesi fa ho incontrato uno di voi e ho detto pensa che bello se potessi venire ad allenare la Sampdoria. Questo vuol dire che le cose possono avverarsi. Bisogna crederci e lavorare duro" dice Donati.

Lo staff manciniano

"Voglio ringraziare Chicco, Attilio e Angelo per il lavoro svolto in questi ultimi due mesi - dice Andrea Mancini - Se siamo qui oggi è anche grazie a loro. L'ultimo mese ha cementificato il gruppo. La Sampdoria è una famiglia. I ragazzi nei primi due giorni si sono messi a disposizione, come hanno finito l'anno scorso. Sennò non ci saremmo salvati. Mi ha aiutato anche a valutare gli uomini, è stata una bella sorpresa".

I giovani da lanciare e valorizzare. "A me piace lavorare coi giovani. Questo non vuol dire che ci sia problema con qualcuno più anzianotto - aggiunge Donati - In questi giorni sto valutando i giocatori, anche giovani. Se dimostrando di essere più bravi degli altri, avranno la precedenza. Su categoria e modulo ho dei principi di gioco. Le tattiche sono cose più per voi ma nel calcio di oggi ormai sono quelli numeri. La Serie B non l'ho mai fatta, è un dato oggettivo. Ma non avevo fatto neppure la D e l'ho vinta, sono arrivato sesto in C. E in Grecia se le cose fossero regolari saremmo stati a metà classifica. Non ho paura a dirlo. Sono carico a mille. Mi trovo in un club fantastico. Ho sensazioni positive da quando sono arrivato qui. Ora daremo il massimo insieme allo staff". 

Scale e ascensore

La crescita della Sampdoria. "Non c'è un ascensore per arrivare all'attico. Bisogna costruire le scale, bisogna costruire un palazzo piano per piano - dice Fredberg - il calcio è sentimento, emozione. Non è come guidare un'azienda di un altro genere. Non è che poi a casa c'è la gente che piange, se nelle aziende fai cose sbagliate. Abbiamo tifosi per cui dobbiamo lavorare, hanno attaccamento alla squadra. Questo può diventare un punto di forza. Avere bene in mente un discorso chiaro. Tutti i giocatori devono essere spinti dal fare bene per i giocatori, la maglia e i tifosi. Non ci si aspetta domani un salto enorme, vogliamo fare il percorso passo dopo passo. Per dire siamo tornati. Pian piano, senza fretta. Essere sicuri che se domani se dobbiamo andare in battaglia abbiamo le spalle coperte come team. Questo è il momento peggiore del club, bisogna prenderne atto e da qui fare passo passo per migliorare. Farò trasferire in Italia la mia famiglia, non lo avrei fatto che non avesse avuto sensazioni positive". 

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