E' morto a 90 anni Mino De Rossi, genovese, leggenda del ciclismo, campione olimpico di inseguimento a squadre a Helsinki 1952 e l'anno seguente al Vigorelli di Milano maglia iridata nell'inseguimento individuale e due volte campione italiano nella stessa disciplina. Nato ad Arquata Scrivia nel 1931 e da sempre residente a Genova, era di leggendaria riservatezza non smentita neppure stavolta: la scomparsa è del 7 gennaio ma la notizia è trapelata solo in mattinata.
Dopo i grandi successi su pista, De Rossi si cimentò anche con la strada, compagno di squadra di Fausto Coppi di cui era quasi conterraneo. Nel 1954 arrivò terzo al Giro di Lombardia, alle spalle proprio di Coppi e del "Leone delle Fiandre" Magni. “Si arrivava al Vigorelli – ricordava De Rossi – nonostante avessi aiutato Fausto per tutta la giornata, sfruttando le mie doti di pistard, ottenni un ottimo terzo posto”.
Nel 1955 passò alla Chlorodont di Domenico Piemontesi, ma il destino era in agguato alla Parigi-Roubaix: caduta, frattura del bacino, carriera compromessa. Al rientro all'agonismo, si piazzò 12° all'Appennino in occasione dell'ultima vittoria in carriera dell'amico Coppi. Su pista era ancora competitivo e passò alla Ignis dell'industriale Borghi che, volendo espandere la vendita di elettrodomestici in Germania, allestì una formazione di eccellenti pistard (la leggenda Maspes, De Lillo, Gasparella, Arienti) da schierare nel circuito delle Sei Giorni tedesche. Vinse due Sei Giorni, a Buenos Aires nel 1959 con Jorge Batiz e nel 1963 a Montreal con Nando Terruzzi.
Sceso dalla bici, aveva aperto - proprio nei pressi del velodromo Carlini - un concessionario di pneumatici Michelin, marca di vertice nel ciclismo della seconda metà del Novecento. Oltre a Coppi, era molto legato a Imerio Massignan, Luigi Zaimbro e Giulio Ricciardi.
Alla famiglia le condoglianze della redazione sportiva di Primocanale.
IL COMMENTO
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