Una lettera indirizzata ai direttori generali delle cinque Asl, dell'ospedale San Martino e al commissario straordinario di Liguria Salute, firmato dal direttore generale dell'Area Salute e Servizi Sociali della Regione Liguria Paolo Bordon. La missiva è stata inviata venerdì 12 dicembre ed è stata definita il frutto del gruppo del personale che evidenzia le operazioni che vengono sollecitate all'azienda.
La differenza tra congelare e transitare
Al centro della polemica politica il cosiddetto congelamento della nuova riforma della sanità ligure per i prossimi mesi. Tradotto: un prima passo burocratico amministrativo ma non pratico. "Non abbiamo congelato la riforma ma abbiamo iniziato quello che diciamo da due mesi per la Regione, che dal 1 gennaio inizierà la fase di transizione, che non vuol dire congelare - spiega l'assessore alla Sanità Massimo Nicolò -. Congelare è un termine che significa fermarsi, invece qui si tratta di transire, passare da una situazione ed evolversi verso altro. Dall'oggi al domani non si può cambiare tutto, si tratta di meccanismi che necessitano di gradualità e di tempo". Per quanto riguarda il rinnovo dei contratti interinali, la Regione ha fatto sapere che non vuole farli scadere. "Ribadisco che non c'è nessuna situazione di congelamento, è stato l'inizio dell'invio di lettere che da qui in avanti la direzione generale manderà, con contenuti tecnici relativi alla riforma".
La lettera inviata ai direttori generali da Bordon
A confermare le parole dell'assessore Nicolò, il direttore generale Paolo Bordon: "Le deleghe e le funzioni non decadono dal primo gennaio ma devono restare in essere per consentire la transizione delle attività, come mappatura e contratti di lavoro, anche per quelli di somministrazione e interinali - commenta Paolo Bordon -. La nostra indicazione è chiara: non interrompete i rapporti che scadono il 31 dicembre ma date continuità a queste indicazioni fino a quando ci saranno nuove indicazioni operative. Questo significa che sono legittimati a proseguire con ordinaria amministrazione per adottare scelte nuove". Per l'assetto definitivo ci vorrà circa un anno, in modo più ottimistico sei mesi. "Bisogna farla bene, non vogliamo aver fretta, la riforma è importante e non ci corre dietro nessuno, vogliamo farlo anche insieme alle parti sindacali, anche per parlare dei contratti" aggiunge Nicolò. I nuovi vertici però, fanno sapere dalla Regione, entrano in funzione dai primi giorni di gennaio, quando decadranno i vecchi vertici. Il nuovo direttore generale arriva il primo gennaio, e verrà nominato in giunta entro il 31 dicembre.
La critica delle opposizioni
Dura la presa di posizione delle opposizioni, che già avevano accusato di non riforma, la neo riforma sanitaria. "La riforma si blocca ancora prima di partire, ma se non è un congelamento ci assomiglia molto - commenta il consigliere regionale del Pd Andrea Orlando -. Le indicazioni sono in direzione contraria, mi pare che si possa dire che sia il sintomo più chiaro della poca fiducia che la riforma possa entrare in vigore. Si tratta di un atteggiamento più graduale, bisogna procedere subito, e invece ci troviamo con un'automobile che si ribalta nel parcheggio. Noi stiamo votando un bilancio che prevede che i risparmi che si dovrebbero realizzare per la messa in atto della riforma vengano conteggiati dal primo gennaio, le nostre preoccupazioni sono le stesse dell'amministrazione ma loro sono prigionieri di una propaganda".
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