
La protesta dei sindacati contro la riforma della sanità targata Marco Bucci approda in consiglio regionale, con un presidio fuori da via Fieschi. Le tre macchie di colori delle bandiere, rosse azzurre e verdi, non si mischiano tra poco ma i motivi della critica sono pressoché simili. “No a una riforma calata dall’alto” il monito di Cgil, Cisl e Uil.
Il presidio sotto la sede del consiglio regionale raggiunge un punto di incontro e di confronto quando il presidente della giunta Bucci raggiunge i sindacati per provare a spiegare la sua riforma. “Quello che facciamo adesso é la riforma amministrativa che ci consente di unificare le modalità con cui unifichiamo che sono quelle del piano socio sanitario e che saranno tra marzo e aprile, quindi abbiamo tre mesi per confrontarci” ha spiegato ai tre segretari regionali il presidente Bucci. Tra i “rimproveri” maggiori alla riforma, la data di inizio, fissata per il primo gennaio 2026, troppo ravvicinata per i sindacati.
“Il primo gennaio è stato scelto perché se fosse stata scelta una data più in là saremmo stati obbligati a fare nove bilanci più due definitivi, invece in questo caso ne facciamo soltanto due, che è un vantaggio enorme dal punto di vista dei costi e dei vantaggi amministrativi” ha spiegato Bucci. Secondo il segretario generale della Cisl Liguria Luca Maestripieri era necessario non forzare i tempi e non scavalcare le regole del confronto, dando altresì spazio al dialogo con il territorio.
“Una riforma così complessa, anche se utile affrontare il tema, non doveva essere fatta in questo modo - ha spiegato a Primocanale Luca Maestripieri -. Bisognava aprirsi a una interlocuzione e a un confronto forte con i comuni ma anche e soprattutto con il sindacato, con chi rappresenta le istanze vere, i problemi veri, di chi la sanità la fa vivere ogni giorno. Noi vogliamo garantire il diritto alla salute dei cittadini e dare a loro la possibilità di curarsi senza alimentare le disuguaglianze che già esistono”.
Dura anche la presa di posizione del segretario generale della Cgil Liguria Maurizio Calà: “Questa è una controriforma, perché non entra nel meccanismo della sanità e non la migliora come condizione, ma anzi accorpa tutto in un’unica azienda, ma non migliora nemmeno la situazione degli operatori - incalza Calà -. Non avevamo bisogno di una riforma che accentra tutto nelle mani del presidente della Regione”. Arriva poi l’alert a Bucci: “questa battaglia non si ferma qua, parte da qua” le parole del segretario Cgil Liguria.
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