
Non si vogliono creare conflitti in un momento così delicato ma anzi. Così il presidente di Federlogistica Davide Falteri, a Primocanale, rilancia la proposta di cui si parla da tempo, soprattutto per voce dell'ex sindaco e attuale presidente della Regione Marco Bucci, di liberare una parte delle aree dell'ex Ilva di Genova Cornigliano, ad oggi inutilizzate, per dare spazio ad aziende della logistica.
Già 11 aziende logistiche interessate alle aree
"Oggi questo è un discorso un po' delicato, però è anche importante affrontarlo in questo momento di preoccupazione per la sorte dei lavoratori dell'Ilva. Non è necessario creare un conflitto tra l'acciaio e la logistica. Ci sono 1.080.000 metri quadri a disposizione, quelle che sono denominate aree ex Ilva, dove ci sono già 11 manifestazioni di interesse di aziende primarie della logistica che dicono, nero su bianco, siamo disposti ad investire per costruire hub tecnologici, quindi vuol dire manodopera altamente qualificata, per creare quel reale sviluppo tra il porto e il Nord Italia e l'Europa.
Noi stiamo facendo un investimento da 2 miliardi sulla diga, abbiamo la zona logistica semplificata alle spalle di Cornigliano, abbiamo quelle aree, si può far convivere il futuro e l'oggi, parte di quelli che sono i quasi 1000 lavoratori dell'ex Ilva potrebbero essere integrati all'interno di attività industriali legate alla logistica, riqualificato e soprattutto creare quel volano di espansione lavorativa, ma anche tecnologica che rende più attrattiva Genova e dà una ricaduta occupazionale economica che ricordiamo non è solo per Genova, non è solo per la Liguria, per l'Italia, ma anche per il Nord Europa, perché da qui ci si interfaccia con le grandi reti ferroviarie e con tutti quelli che sono i nuovi mercati.
Però serve che queste aree vengano messe a disposizione
Sì, credo però che oggi ci siano le condizioni ottimali per farlo, siamo giunti ad una conclusione dove vediamo che senza un reale piano industriale investitori dal punto di vista dell'acciaio non se ne fanno avanti, neanche parlando di possibilità green, prendiamo in mano la situazione e andiamo a rispettare gli interessi di tutte le parti, ricostruiamo il futuro della nostra città che passa attraverso quelle aree perché sono le uniche oggi che abbiamo a disposizione.
Quindi serve un interesse della politica in questo senso?
La politica ha il compito di portare al Governo quella sensibilità e anche quella visione corredata da materiale tecnico che è già stato preparato, che dimostra la ricaduta occupazionale ed economica e che si insedia all'interno di un disegno strategico, infrastrutturale e portuale che stiamo portando avanti, quindi non facciamo da imbuto allo sviluppo, ma creiamo quelle opportunità che la nostra Genova ha bisogno.
600 i posti di lavoro che si potrebbero creare con la logistica
Si sa quanti posti di lavoro potrebbero creare le aziende che eventualmente si potrebbero insediare in quelle aree?
Le aziende hanno già scritto nero su bianco l'investimento economico e la ricaduta occupazionale che si aggira intorno alle 600 unità, offrendo anche la possibilità di integrare parte dei lavoratori che oggi trovano difficoltà a pensare ad una ricollocazione, perchè da anni sono in una situazione comunque non chiara e con un senso anche di frustrazione e di disagio perché non intravedono un futuro. Con questa soluzione si può creare anche un futuro migliore per chi oggi sta aspettando una risposta.
Alla logistica servirebbero 500mila metri quadrati
Quante aree potrebbero realisticamente essere sottratte alle acciaierie per passare alla logistica?
Con 400-500 mila metri quadri già si potrebbe fare un ottimo lavoro perché potremmo ospitare anche la ferrovia, fare treni da 750 metri, quelli che sono necessari per rendere la logistica competitiva, comunque garantire il lavoro delle acciaierie e perché no magari lavorare in sinergia con Ansaldo che è lì dietro e con chiaramente tutti gli operatori marittimi, perché determinati trasporti possono essere fatti solo via mare, allora basta mettere un po' di ingegno, unire le forze, quello che Genova ha sempre fatto negli anni.
In chiusura le chiedo che tipo di aziende sono quelle della logistica, per chi non è del settore?
Sono grandi gruppi che muovono a livello internazionale le merci, che vanno da realtà che fanno più movimentazione di pacchi a realtà che operano all'interno dei terminal portuali che non sono identificati solo come terminalisti, a realtà che lavorano all'interno del mondo dello shipping e che comunque sono lo strumento per aumentare il volume economico dell'industria, perché non dimentichiamoci che la logistica è nata nell'industria e serve per aprire relazioni internazionali, per fare anche comunicazione e per dare all'industria italiana la possibilità di crescere, quindi questo binomio non dobbiamo mai dimenticarci".
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