GENOVA - Era stato lo stesso presidente del porto di Genova Paolo Emilio Signorini a sbilanciarsi, questa estate, e ad indicare il 9-10 settembre come possibili date per comunicare la scelta della cordata di imprese che realizzerà la nuova diga del porto di Genova.
Una data perentoria certo non è prevista dalla legge ma c'è da attendersi che, al massimo lunedì, arrivi il nome tanto atteso dagli operatori portuali e dal cluster marittimo in generale.
Se non ci fosse stato l'intoppo della prima gara andata deserta, i lavori sarebbero dovuti partire a inizio 2023 ma anche con questo allungamento imprevisto c'è chi è pronto a scommettere che il condizionale sia superfluo, vista la precisione e il livello di approfondimento delle due ipotesi progettuali presentante dai concorrenti, We Build - Fincantieri e la spagnola Aciona con Gavio e Caltagirone.
La commissione di esperti è impegnata quotidianamente nella fase di negoziazione coi soggetti. Ricordiamo che, all'origine della gara andata deserta, c'era l'impennata dei costi delle materie prime, scostamento di circa 300 milioni rispetto alla base d'asta di 929 milioni su un totale di 1 miliardo e 300 milioni totali. Ma anche la penale quotidiana in caso di ritardi nei lavori e alcune clausole considerate determinanti, come la situazione geologica del fondale.
Insomma ormai sembra questione di ore, tra due offerte che paiono essere entrambe di altissimo livello. Ardua la scelta, scongiurando successivi ricorsi.
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