GENOVA - "Sulla nuova diga del porto di Genova siamo pronti, il nostro team è a disposizione del commissario per trovare una soluzione ai problemi che sonoi di costi e tecnici. Siamo qui per lavorare e noi vogliamo fare questo lavoro". Così l'amministratore delegato del Gruppo Webuild Pietro Salini a margine di una visita ai cantieri del Terzo Valico ribadisce la volontà di continuare a prestare attenzione al bando per la costruzione della nuova diga del porto di Genova andato deserto.
"Ovviamente non siamo soli, però vogliamo partecipare e fare tutto ciò che è possibile dalla nostra parte per riuscire a dare la diga a Genova, un lavoro molto importante che consentirebbe alla città di avere un porto diverso", ha aggiunto Salini. La nuova diga foranea del porto di Genova è una delle opere simbolo del Pnrr. La sua realizzazione completa vale un miliardo e 300 milioni. La prima parte, quella della gara andata deserta, vale 929 milioni.
Il progetto prevede il posizionamento di 104 cassoni in cemento armato a una profondità di 50 metri. I cassoni sono alti 28 metri, larghi 24 e lunghi 40. Due le compagini che avevano manifestato interesse, ma che non hanno presentato offerte: quella composta da WeBuild, Fincantieri, Fincosit e Sidra; e quella di Eteria (Gavio - Caltagirone), Rcm e Acciona. Si sarebbero tirate indietro per il lievitare degli extracosti dovuti al rincaro delle materie prime e perché l'importo di base d'asta era sottostimato.
Perplessità c'erano anche per le penali previste per i ritardi nella consegna. Nei giorni scorsi il presidente del porto, Paolo Emilio Signorini, aveva detto che la diga potrà essere più corta di 2-300 metri per risparmiare sui costi e che la negoziazione sarà portata avanti anche con altre imprese oltre a quelle delle due cordate che avevano manifestato interesse a realizzare l'opera.
IL COMMENTO
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