Politica

L'opposizione non risparmia anche il sindaco di Genova Marco Bucci, candidato alla presidenza di Regione Liguria
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GENOVA - Il colpo di scena nella maxi inchiesta che ha travolto Regione Liguria e che ha portato alle dimissioni dell'oramai ex presidente Giovanni Toti - che non andrà a processo per patteggiamento - ha scatenato la reazione della politica. Sugli scudi l'opposizione tutta, a partire dalla neo coalizione di centrosinistra che sfiderà Marco Bucci nel voto del 27 e 28 ottobre prossimi. "La richiesta di patteggiamento avanzata da Giovanni Toti conferma il contesto corruttivo in cui ha governato il centrodestra in Liguria, così come evidenziava il quadro accusatorio della Procura della Repubblica di Genova - ha commentato il Partito Democratico -. È un'ulteriore conferma della necessità di un radicale cambiamento in Liguria, che superi la modalità di governo nell'interesse di pochi e non nell’interesse di tutti. A chi si è descritto come perseguitato dalla giustizia preannunciando memorabili scritti, ricordiamo sommessamente che Silvio Pellico non fece mai richiesta di patteggiamento".

Dai Dem al Movimento Cinque Stelle, l'attacco non è solo a Giovanni Toti ma anche al sindaco di Genova Marco Bucci, candidato alla presidenza di Regione Liguria per il centrodestra. "Toti chiede di patteggiare. E meno male che era tranquillo al punto da dichiarare: 'dimostrerò la mia innocenza, affronto il processo a testa alta, era tutto regolare' - si legge nella nota pentastellata -. Ma la verità evidentemente la sapeva anche lui; eppure, ha avuto la faccia tosta di accusare i magistrati di rovesciare il voto dei cittadini. A quanto pare, invece, il patteggiamento richiesto è la prova della sua coscienza sporca. Che ora l’ex presidente debba restituire il malloppo, scontare 2 anni e 1 mese e sia interdetto per quell’arco di tempo dai pubblici uffici non ci conforta, perché non rende giustizia per 9 anni di decisioni evidentemente condizionate e fatte solo ed esclusivamente per tornaconto personale e dei propri amici. Certo è che il patteggiamento lancia egregiamente la campagna elettorale di Bucci, che aveva detto di voler ripartire proprio da Toti. Effettivamente è così".

Dura anche la presa di posizione di Linea Condivisa, con le parole del capogruppo in consiglio regionale Gianni Pastorino. "In questi mesi, la vicenda giudiziaria dell’ex presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, ha messo in luce una serie di contraddizioni e ipocrisie che non possono più essere ignorate. Toti, che per mesi ha proclamato la sua onestà e quella della sua amministrazione, oggi patteggia con i PM, ammettendo implicitamente la propria colpevolezza. Un patteggiamento che prevede una pena di due anni e un mese, oltre a una multa di 84.000 euro, non è solo una questione personale, ma rappresenta un duro colpo alla credibilità dell’intero centrodestra ligure - dichiara Pastorino -. Ciò che emerge da questa vicenda è una gestione del potere caratterizzata da arroganza e opacità, dove per troppo tempo si è raccontata una realtà lontana dalla verità. Il patteggiamento di Toti è il riconoscimento di colpevolezze gravi, nonostante per mesi abbia dichiarato pubblicamente il contrario. Questo è inaccettabile, soprattutto per chi ha responsabilità verso i cittadini. Nel frattempo, il centrodestra propone come candidato alle prossime elezioni regionali Marco Bucci, legato a doppio filo all’amministrazione Toti. È una scelta che stupisce per la sua incoerenza: come si può proporre per il governo della Liguria chi ha condiviso e sostenuto ogni scelta e operazione dell’ex Presidente? È evidente che la candidatura di Bucci rappresenta una continuità politica con una gestione già bocciata dai fatti e dalle indagini giudiziarie".

Il consigliere comunale di Genova Mattia Crucioli, di Uniti per la Costituzione, ha spiegato attraverso una nota che ha depositato istanza ai sensi dell'art. 55 del regolamento comunale affinché durante il prossimo consiglio tutti i gruppi si esprimano su quanto accaduto. "Mi auguro che tutte le forze politiche, ed in particolare il Sindaco candidato governatore, esprimano condanna per gli illeciti compiuti dall'ex presidente di regione e che sia unanime l'impegno a non ripetere più certi atteggiamenti di accondiscendenza nei confronti dei potenti a cui neppure il centrosinistra è risultato immune in passato - attacca Mattia Crucioli -. Uniti per la Costituzione ha ben chiaro che indulgere nelle richieste dei ricchi e dei potenti traendone vantaggio significa inevitabilmente danneggiare i poveri e i deboli: per questo abbiamo candidato un ex presidente della commissione antimafia alla guida della nostra regione".

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