ROMA - "Non fosse bastato il caso Toti a mettere in evidenza il cortocircuito che può scattare quando certa politica cavalca l'onda giustizialista e dimentica le basi dei principi democratici, oggi ci confrontiamo con un altro caso che rischia di deflagrare contro ogni rispetto della volontà popolare. Ci auguriamo che il prospettato avviso di garanzia ad Arianna Meloni non sia reale, altrimenti sarebbe grave e incomprensibile". Lo hanno dichiarato i deputati di Noi Moderati Ilaria Cavo e Pino Bicchielli dopo le notizie pubblicate da alcuni quotidiani sulla presunta presenza di Arianna Meloni, coordinatrice nazionale di Fratelli d'Italia e sorella della Premier Giorgia Meloni, ai vertici per le nomine in Rai e in Ferrovie dello Stato, seguite da interrogazioni parlamentari delle renziane Raffaella Paita e Maria Elena Boschi: secondo la maggioranza di Governo si tratterebbe di tentativi del centrosinistra di spingere la magistratura ad indagare proprio su Arianna Meloni.
"Chi avrebbe dovuto trattare le nomine se non il capo della segreteria politica del più importante partito di governo - chiedono i deputati -? Come si può anche solo ipotizzare, per ora da parte di certa politica, che si tratti di un traffico di influenze? Come si può ipotizzare che si tratti di un reato e non di un normale confronto sulla base del forte mandato popolare? Quanto sta accadendo non può che vederci ancora più impegnati nella riforma della giustizia, nella riforma legata ad alcune fattispecie di reato troppo ambigue e in grado di bloccare il nostro sistema democratico. Andiamo avanti. Nessuno stop, a maggior ragione, è possibile".
IL COMMENTO
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