Politica

La presentazione al Mipim di Cannes da parte del sindaco Marco Bucci
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GENOVA - "Se puoi sognarlo, puoi farlo": la frase iconica di Walt Disney, che ci ha accompagnati per decenni, per non smettere di sognare, mai, ha fatto il giro del mondo ed è arrivata anche in Liguria. E allora se si sogna la Genova del futuro, la si può immaginare guardando il plastico 2030, di sei metri per due, presentato al Mipim di Cannes. Un plastico di colore prevalentemente chiaro, con alcuni elementi in plexiglass e pennellate di verde e di blu, per indicare la vegetazione e il mare, è stato realizzato da Stefano Rossi, titolare dello studio-laboratorio Stefano Rossi Modelli, professionista con una lunga esperienza in modellistica maturata anche presso studi di architettura importanti come Renzo Piano Building Workshop e specializzato sulla realizzazione di modelli in legno.

Così cambierà la città, ai piedi della Lanterna, con questo progetto che andrà ad aggiungersi a una serie di amministrazioni in tutta Italia, da Verona a Cagliari, passando per Livorno e Torino, dove si rivedono i piani di governo e di assetto del territorio. Tre le parole d'ordine: inclusività, sostenibilità e rigenerazione (sia urbana che sociale), alle quali si aggiunge il contrasto ai cambiamenti climatici. Come spiegato da palazzo Tursi, il piano si prefigge una serie di interventi specifici per rendere la città sicura e vivibile, con servizi di qualità, economicamente e socialmente sviluppata, e attrattiva per cittadini e turisti. Numerose le infrastrutture strategiche incluse nel programma, tra cui il tunnel subportuale, il piano ferroviario del Terzo Valico, il progetto dello Skymetro, ai quali si andranno ad affiancare i lavori per il porto, con la nuova diga foranea, che sorgerà grazie ai fondi del Pnrr. Si tratta di una delle opere fondamentali che vale oltre un miliardo di euro.

Dalla diga al Waterfront di Levante, passando per la seconda pista dell'aeroporto, che dovrebbe rendere il Cristoforo Colombo più attrattivo e centrale nei collegamenti con l'Italia e l'Europa. Non solo le grandi opere, ma anche il progetto del nuovo piano integrato "Caruggi", nato con l'intento di migliorare la qualità della vita e la fruibilità del centro storico da parte di residenti e turisti. L'obiettivo, non lo ha mai nascosto il sindaco Marco Bucci, è quello di intraprendere un processo di trasformazione ed evoluzione. Si lavorerà anche sulle strutture di collegamento e di miglioramento delle aree verdi, come un innovativo 'Parco dei Parchi'. La visione della Genova del futuro, secondo l'amministrazione comunale, aumenterà anche il valore del patrimonio immobiliare della città, in una vision sempre più internazionale.

A conferma di ciò, anche l'interessamento di realtà estere, pronte a investire a Genova, anche in settori come quelli dell'hotellerie. Ma se sulla carta, anzi sul plastico, tutto sembra procedere per il meglio, in città i cantieri sollecitano, spesso, le critiche della cittadinanza. Ed è proprio per questo che sindaco e assessori chiedono pazienza ai genovesi. Nel frattempo però, sotto il cielo di Genova prosegue il battage tra centrodestra e centrosinistra, con l'opposizione che attacca Bucci e la sua giunta, per modi tempi e denari utilizzati. E se sognare non costa nulla, guardare il plastico Genova 2030 agevola l'operazione.

Il dibattito è partito su Primocanale, a "Il programma politico di Primocanale", con gli assessori ai Lavori pubblici e allo Sviluppo economico Pietro Piciocchi e Mario Mascia e il consigliere delegato Davide Faltieri per quanto riguarda la maggioranza; con i consiglieri comunali/capigruppo di opposizione Simone D'Angelo (Pd), Fabio Ceraudo (Mov5s) e Filippo Bruzzone (Lista Rossoverde) per quanto riguarda la minoranza.

L'assessore Piciocchi spiega: "Oggi c'è una visione forte della Genova del futuro. Spesso l'opposizione ci ha accusato di intervenire su una città senza visione, invece c'è, è ambiziosa e pone al centro le grandi opere pubbliche, le grandi infrastrutture come risposta a quei problemi atavici che hanno condannato la città a un declino".

Rispetto all'intera visione data dall'amministrazione il segretario genovese del Pd D'Angelo pone diversi dubbi: "Il fatto che si ridisegni la città con opere in cantiere come il tunnel sub-portuale e Gronda e questo porta a non sapere dove mettere il materiale di risulta e quindi si pensa allora di allarga il porto e l'aeroporto, anche se sappiamo che l'aeroporto vive momenti non felici, sembra una visione che vuole ridisegnare la città senza sfruttare al meglio i 6 miliardi di investimenti pubblici arrivati dal Pnrr. Il tutto ci riporta indietro agli anni ottanta quando il pensiero prevalente era allontanare il mare dalla città".

L'assessore Mascia sottolinea il lavoro che si sta facendo per proiettare Genova nel futuro e pone l'attenzione sulla collina degli Erzelli: "C'è una cronistoria che affonda le radici in una situazione ingessata. Ora abbiamo dato una nuova prospettiva. Insieme agli altri progetti lì c'è un parco e un'idea di verde che è quella che vuole traguardare al blu del mare e allo smart della digitalizzazione. Una funzione urbanistica complessa, attrattiva e capace di creare posti di lavoro. L'ospedale sarà messo in stretta connessione con la ricerca e le biotecnologie. Un business plan capace di attirare investimenti e creare posti di lavoro".

Di parere opposto il Cinque Stelle Ceraudo: "Spesso il sindaco ha parato della qualità della vita. Secondo me questa regia è molto discutibile. Bisogna permettere ai genovesi di riacquistare gli spazi. Vediamo una città divisa a metà. Stiamo riempiendo il mare e non lo restituiamo secondo quella che era la visione indicata da Renzo Piano".

Il consigliere Falteri si concentra su come sfruttare le aree dell'ex Ilva: "Sono strategiche per la città. È evidente che oggi sono un freno allo sviluppo della portualità. È normale che se spostiamo in avanti la diga dobbiamo dare più spazio al porto. Il porto da parte sua deve lasciare alla città lavoro e opportunità di lavoro, questo può fare. Abbiamo bisogno di sfruttare gli spazi e non c'è una lotta all'acciaio. Su oltre un milione di metri quadrati ne basterebbero 300-400 mila".

Il rossoverde Bruzzone sottolinea: "L'obiettivo che non sta raggiungendo l'amministrazione è proprio quello di creare un rapporto con la città. Oggi abbiamo intere parte che vedono il principio di una corretta vivibilità calpestato. Ci sono quartieri che in estate non riescono a dormire per la presenza delle navi in stazionamento. Serve ripensare tutta questa visione ascoltando i cittadini".

 

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