SANREMO - Salgono a sette i candidati sindaco per la città di Sanremo: Fulvio Fellegara, Generazione Sanremo, candidato del centro sinistra appoggiato da Pd, Progetto Comune e Sanremo Insieme; Gianni Rolando, candidato del centro destra appoggiato da Fratelli di Italia, Forza Italia, Udc, Lega, movimento Andiamo!, Sanremo Domani, e dalla sua lista Civica Rolando Sindaco; Alessandro Mager, appoggiato in primis dal sindaco Biancheri che fu eletto con liste civiche di centrosinistra e dalla liste liste Anima, Sanremo al Centro, Forum Sanremo; Roberto Danieli , civico, con la lista indipendente Sanremo 24; Roberto Rizzo per il Movimento 5 Stelle; Luca De Pasquale, con li lista civica Uniti per il bene comune ed infine Erica Martini con la lista Indipendenza che fa capo al movimento guidato a livello nazionale da Gianni Alemanno.
Molta confusione in queste liste, gente di destra che cerca un posticino nelle liste più vicine alla sinistra e forse anche il contrario. Alla fine però i soggetti che potranno veramente competere sono tre: Rolando, Mager e Fellegara. Gli altri potranno forse condizionare la vittoria al primo turno o condizionare il passaggio di uno o l’altro in caso di ballottaggio. C’è da chiedersi infatti, nel segreto dell’urna, gli elettori - specie di centro sinistra - per quale dei due candidati voteranno e chi, tra i due, andrà eventualmente al ballottaggio. Mager potrà sicuramente contare sull’appoggio della famiglia Scajola: Claudio, sindaco di Imperia, e Marco, suo nipote e assessore regionale.
Anziché nomi, poltrone e promesse di posti al Casinò o in altre società collegate al Comune, sarebbe interessante che i candidati iniziassero un serio dibattito sul programma elettorale, che dicessero agli elettori cosa ne pensano di Sanremo, dello sviluppo turistico, della viabilità, dei parcheggi, del Casinò, del Festival, della sicurezza, della pulizia e del porto turistico. E magari, dichiarassero prima, eventuali conflitti di interesse.
Vorremmo che chi fosse eletto pensasse ai cittadini e al futuro di Sanremo piuttosto che a qualche lobby di affari o al poltronificio che gira intorno alla città dei fiori che, di fatto, è la seconda in Liguria per importanza mediatica ed economica.
IL COMMENTO
Il senso civico di Besi
Fare sindacato non vuol dire che il governo sbaglia tutto