GENOVA - Il consiglio regionale della Liguria ha celebrato il Giorno del Ricordo attraverso una seduta solenne dell'assemblea legislativa. A tenere l'orazione ufficiale lo storico Raoul Pupo. Al termine si è svolta la premiazione degli studenti che hanno vinto la XXII edizione del concorso bandito dal consiglio regionale sulla tragedia delle foibe e sull'esodo della popolazione dell'Istria e della Dalmazia.
Per ricordare i massacri di quegli anni una legge apposita del 30 marzo 2004 ha così istituito una giornata in loro onore. Tra l'ottobre del 1943 e il maggio del 1947 decine di italiani vennero imprigionati, fucilati e poi gettati nelle cavità dell'Istria e della Dalmazia, negli anni poi conosciute come foibe, da parte dei partigiani comunisti di Tito.
"L'obiettivo è quello di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale" si legge nella legge n.92 del 30 marzo 2004.
Al Giorno del Ricordo è associato il rilascio di una medaglia commemorativa destinata ai parenti delle persone soppresse e infoibate in Istria, a Fiume, in Dalmazia o nelle province dell'attuale confine orientale tra l'8 settembre 1943, data dell'annuncio dell'entrata in vigore dell'armistizio di Cassibile, e il 10 febbraio 1947, giorno della firma dei trattati di pace di Parigi.
"I protagonisti saranno gli studenti che con i loro elaborati verranno premiati. È una soddisfazione vedere come tanti studenti hanno onorato questo giorno che per troppo tempo la storia è come se avesse celato con un velo di omertà - commenta il presidente del consiglio regionale Gianmarco Medusei -. Fu proprio il presidente Cossiga nel 1991 a inginocchiarsi di fronte alla foiba di Basovizza e ci fu una scossa vera e propria alle istituzioni. La storia è giusto che ricordi cosa hanno subìto gli italiani giulianodalmati e la fuga verso le altre regioni tra cui la Liguria che accolse migliaia di profughi. Bisogna ricordare gli italiani che furono uccisi e infoibati e perseguitati dal regime comunista di Tito. C’è stato un velo di omertà da parte della storia e vedere gli studenti lavorare su un giorno così importante è ancora più significativo".
"Il giorno del ricordo è un giorno di unità, è stato votato dal Parlamento quasi all’unanimità. Quindi questa non è una festa degli uni o degli altri ma di tutto il paese. E tutti gli italiani sono chiamati a fare memoria di una tragedia che ha riguardato altri italiani" ha spiegato nel suo intervento lo storico Raoul Pupo durante la seduta solenne. "Siamo chiamati a fare memoria di una tragedia italiana perché aiuta anche a capire come sono tragedie comuni di tante parti del nostro continente (ultimo, in ordine di tempo, il conflitto israelopalestinese con l'assedio alla striscia di Gaza ndr)".
Prof. Pupo, come mai le foibe sono state da sempre, possiamo dire, "snobbate"? Perché si associano gli istriani alla Repubblica di Salò o al fascismo?
La Repubblica di Salò non c'entra nulla con questa storia, ci sono altre ragioni: la dimensione della Guerra Fredda, dopo gli anni '50, non ha avuto interesse a trattare argomenti che potevano mettere in difficoltà i rapporti con la Jugoslavia che aveva una funzione essenziale di cuscinetto strategico per l'Italia nelle logiche della Guerra Fredda. L'altra ragione è che i profughi venuti in Italia hanno avuto un'accoglienza difficile all'inizio, poi successivamente un'ottima integrazione, ma a prezzo del silenzio. E l'Italia degli anni '60/'70 non voleva riparlare di queste storie e guardare avanti. E i profughi erano un disturbo per la storia e per l'Italia ferita della memoria.
IL COMMENTO
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