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672 schede bianche, il deputato ligure scherza ("Non mi sono votato...") e auspica "Un presidente di alto profilo"
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Nulla di fatto, come previsto, per il primo scrutinio dell’elezione del 13° presidente della Repubblica Italiana. Le operazioni di voto, cominciate alle 15, si sono chiuse alle 21 con i liguri Edoardo Rixi e Stefania Pucciarelli tra gli scrutatori, e curiosamente il numero di schede bianche è equivalso al quorum richiesto per l’elezione: 672 voti.

Il più votato è stato Paolo Maddalena, candidato ufficiale di Alternativa c'è, con 36 voti; a seguire il presidente uscente Sergio Mattarella con 16 voti, quindi il ministro della Giustizia Marta Cartabia con 9. Il coordinatore nazionale di Italia Viva Ettore Rosato ha ricevuto 5 voti, altrettanti Marco Cappato, 3 al sottosegretario con delega all'editoria Giuseppe Moles, al presidente della Lazio Lotito, al giornalista Claudio Sabelli Fioretti e a Francesco Rutelli, 2 a Elisabetta Belloni, Giuliano Amato, Giancarlo Giorgetti, Giuseppe Conte e Pierferdinando Casini, uno a Sabino Cassese, Carlo Nordio, Mario Draghi, Walter Veltroni, Anna Finocchiaro, Rosy Bindi, Antonio Tajani. Tre voti a Bruno Vespa e a Craxi. Hanno ricevuto un voto anche, tra gli altri, Amadeus, Alberto Angela, Donina Cesare, Ugo Mattei, Andrea Pertici, Ermanno Leo, Pastorino, Fulvio Abbate, Alessandro Barbero, Signorini, Giuseppe Cruciani, Vincenzo De Luca, Mauro Corona, Mario Segni, Giorgio Presu, Aldo Morrone, Antonio Razzi, Prosperetti, Giuseppe Cossiga, Gioacchino Gabbuti, Salvatore Borsellino, Dino Zoff e Nicola Gratteri.

 Non senza sorpresa del diretto interessato, il deputato genovese Roberto Cassinelli di Forza Italia ha preso 7 voti. “Credo - sorride - siano stati alcuni amici che mi stimano e quindi li ringrazio. Tengo però a precisare, data la situazione, che tra questi voti non c’è il mio, perché ho votato bianca secondo le indicazioni del mio gruppo”.

“Naturalmente è una sensazione strana, ma ho la misura delle cose e sono sempre stato coi piedi per terra e quindi il mio auspicio è che in tempi molto rapidi - conclude - si trovi un Presidente di grande profilo che rappresenti al meglio l’unità del paese”,

Mentre i Grandi Elettori votavano, il pomeriggio e la sera sono trascorsi in una sequenza di colloqui tra i capi politici: Draghi-Conte, Salvini-Toti, Draghi-Letta, Conte-Salvini, Conte-Meloni, Letta-Salvini nella prospettiva di una possibile designazione condivisa del presidente del Consiglio, sul filo di un patto - non previsto dalla Costituzione, così come peraltro non lo è lo scenario dell’instaurazione di un presidenzialismo di fatto imperniato su una persona - per il nuovo governo. Di sicuro per Draghi, non elettore in quanto non parlamentare, è stata una giornata giocata su altri livelli: in serata ha dovuto consultarsi in videoconferenza con il presidente USA Joe Biden, il presidente francese Emmanuel Macron, il segretario Nato Jens Stoltenberg e altri capi di Stato e governo europei per l’innalzarsi della tensione russo-ucraina, con la soluzione militare ormai considerata più che probabile. Uno scenario che porterebbe l’Occidente e il pianeta al momento di più grave crisi dalla seconda guerra mondiale, dopo lo scontro Kennedy-Castro-Chruscev sui missili sovietici a Cuba del 1962. Come trent’anni fa indirettamente a mandare Scalfaro al Quirinale, interrompendo l’estenuante minuetto tra Andreotti e Forlani entrambi disvoluti dalla DC, di fatto aveva giocato un ruolo determinante la strage di Capaci; stavolta l’ingresso dei soldati russi sul territorio ucraino potrebbe rendere necessaria una soluzione emergenziale che vede, quale alternativa al Draghi “Commander in Chief”, l’eterno Pierferdinando Casini (66 anni e in Parlamento ininterrottamente dal 1983) sempre più quotato nella prospettiva di un esecutivo neocentrista, con le ali spuntate e Di Maio a Palazzo Chigi.

"Le opzioni sul tavolo - dice a fine giornata il cofondatore di Coraggio Italia e presidente della Regione Liguria Giovanni Toti - sono ancora abbastanza e vedremo come evolveranno nelle prossime ore. È chiaro che intorno a una partita importante come il Quirinale si gioca anche l'equilibrio di questi ultimi 12 mesi di legislatura. Vedremo come si mettono in fila le tessere di un puzzle complesso"."Oggi scheda bianca. Siccome io sono ottimista, la giornata si è conclusa bene. Le coalizioni che non hanno scelto di contarsi su candidati di bandiera penso siano già un segnale di dialogo. Mi sembra - ha aggiunto - che tutti i leader politici si siano incontrati più volte nel corso della giornata, segno che c'è senso di responsabilità e anche volontà di andare a trovare una candidatura su cui si può convergere”.

Il ministro del lavoro, lo spezzino Andrea Orlando, è stato lapidario all'uscita dalla Camera: "Per semplificare, è stato approvato l'accordo di confronti bilaterali e questo ci fa ben sperare per trovare il candidato ideale"

Sandro Biasotti, ex presidente della Regione Liguria e senatore di Coraggio Italia, ha votato scheda bianca. "Oggi non si decide niente. Un pronostico a lungo termine? Draghi è persona degnissima, ma è troppo importante che governi e il capo dello Stato non ha i poteri che ha il presidente del Consiglio, quindi non si può pensare a una riforma costituzionale di fatto e in corso d'opera e imperniata su una persona".
"Io credo - prosegue Biasotti - che come noi a suo tempo abbiamo votato Napolitano, ora la sinistra dia un senso non unilaterale alla parola "condivisione": ci sono nomi di area centrodestra più che degni, penso a Martino, Frattini, Letta, Pera, Casellati. Si può convergere su uno di questi nomi che non corrispondono certo a figure di parte. Draghi è bene resti a Palazzo Chigi perché nessun altro può governare questa maggioranza che si regge sul suo nome".

Ha votato anche Roberto Bagnasco, ex sindaco di Rapallo e deputato di Forza Italia: "Per ora scheda bianca, ma c'è fiducia, ho visto ottimismo in alcuni dirigenti della Lega dopo il colloquio odierno tra Letta e Salvini, con il segretario PD molto meno intransigente sull'ipotesi di un nome di area centrodestra. Il punto è che nessuno vuole la fine anticipata della legislatura".
"Se viene meno il veto assoluto della sinistra a un nome estraneo alla sua area, si può chiudere rapidamente e secondo me - aggiunge - il nome perfetto è quello della Casellati, presidente del Senato e donna. Molto dipenderà dalla capacità dei gruppi dirigenti M5S di garantire la compattezza dei loro parlamentari".

"È giusto che sia stata data la possibilità a tutti gli elettori, anche in quarantena o malati, di votare" dichiara la deputata di Coraggio Italia Manuela Gagliardi. "Giusto anche votare scheda bianca, bisogna prendere tempo per lavorare ad un nome condiviso. Nessuno dei due schieramenti ha i numeri per scegliere un nome ed imporlo all'altra parte ma comunque non sarebbe corretto per il clima di dialogo che è necessario instaurare per il bene del Paese".

Raffaella Paita, parlamentare di Italia Viva e presidente della Commissione Trasporti della Camera, fa una premessa di ordine logistico ("Organizzazione molto complessa, hanno votato prima i senatori e poi i deputati scaglionati per sicurezza"), quindi conferma: "Oggi Italia Viva vota scheda bianca perché c'è insicurezza e non si vogliono bruciare nomi. C'è bisogno di un approccio serio. Italia Viva sta cercando di capire quale candidato possa unire le coalizioni, non deve esserci scontro. Ipotesi Draghi? La rispettiamo ma bisogna capire se ci sarà continuità nella legislatura con Pnrr ed emergenza Covid. Sarebbe necessario trovare la quadratura del cerchio".

Tra i liguri vota anche Francesco Bruzzone, senatore della Lega: "Vedo necessità di un tavolo politico per venirne fuori nel consenso generale del paese. Sono convinto non ci siano soluzioni particolari per questa e le prossime due votazioni. Serve un Presidente di alto livello in relazione alle esigenze del Paese. Immagino poi che molti cittadini si stiano chiedendo perché non possano votare direttamente il Presidente: serve una riflessione politica su questo tema".

"Si sta svolgendo tutto alla perfezione - dice Gianmarco Medusei, presidente del consiglio regionale della Liguria e grande elettore regionale - e nei tempi giusti. Oggi come Lega votiamo scheda bianca e sta al centrodestra proporre nomi di alto profilo, tenendo presente che il prescelto dovrà essere un Presidente di tutti in un momento così difficile per il paese".

Matteo Mantero, senatore di Potere al Popolo, parla di un nome emerso dai dialoghi di oggi: "Tra i parlamentari del gruppo misto circola il nome di Paolo Maddalena, ex vicepresidente della Corte Costituzionale, una persona di alto profilo. Ma finché non si esprimeranno le forze di maggioranza non ci sono indicazioni forti".

"Noi abbiamo votato scheda bianca in attesa di trovare una convergenza, un nome che possa rappresentare in modo largo i cittadini" afferma Vito Vattuone, senatore del Partito Democratico. "Berlusconi? Come PD non lo avremmo votato - aggiunge - serve un nome che unisce, super partes".

"Sensazione di attesa, siamo alla ricerca di un nome condiviso" dichiara Stefania Pucciarelli, senatrice della Lega. "Vogliamo andare avanti su questa strada. C'è senso di responsabilità ma anche bella esperienza, importante che la Liguria sia così tanto rappresentata. Berlusconi? Gli ultimi presidenti sono stati di una precisa parte politica, anche il suo poteva essere un nome spendibile ma ha fatto le sue valutazioni, continueremo a cercare".

Martedì 25 gennaio secondo scrutinio, sempre con inizio alle 15.