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GENOVA - Carlo Calenda a Genova per presentare l'ingresso in Azione degli storici membri del Partito Democratico, la consigliera comunale Cristina Lodi e il consigliere regionale Pippo Rossetti, per fare chiarezza sulla posizione che i nuovi arrivati dovranno mantenere nei consigli, dal comunale al regionale senza scordare i municipali, dopo le prime ore di confusione tra smentite e contro smentite da parte di Genova Domani, la lista civica che a Palazzo Tursi sostiene il sindaco Marco Bucci e che ospita alcuni membri di Azione, e il coordinamento regionale. Nel punto stampa, il leader del partito 'centrista', ha ribadito prima le posizioni sulle politiche nazionali: "Lavoriamo se c’è da lavorare con la sinistra per il salario minimo e dall’altro lato se la destra propone l’abolizione dell’abuso d’ufficio io voto quel provvedimento. Noi giudichiamo nel merito delle cose che fanno bene o non fanno bene al Paese. Lo abbiamo fatto nei mesi di Mario Draghi, licenziato ignobilmente dalla politica mentre stava lavorando bene. Siamo un partito in cui coesistono Matteo Richetti e Mara Carfagna", ha aperto così la conferenza trasmessa in diretta da Primocanale.

"Chi viene da una esperienza socialista, riformista, repubblicana, deve stare al centro di questo paese. Possiamo votare come abbiamo fatto nel tempo di Draghi? Perché è quello che serve all’Italia. Arriveranno altri esponenti importanti in Azione, ieri è entrata da noi anche Elena Bonetti (ex Italia Viva)"

31 le firme del Pd in Liguria di chi ha deciso di cambiare rotta, accusando Elly Schlein di aver dato “una netta svolta a sinistra” al partito, negando “il processo articolato e faticoso, anche contraddittorio, del riformismo messo in campo negli ultimi dieci anni”. E proprio Calenda ha ricordato come "le differenze con Schlein sono profonde, sull’ambiente abbiamo visioni diversissime. Così come sul lavoro, sull'uso dei sussidi come il reddito di cittadinanza voluto dal Movimento 5 Stelle, sull’idea delle spese Nato per la gestione delle armi".

"Il nostro è uno spazio repubblicano: i nostri domani incontreranno la Schlein per il piano sulla sanità pubblica, maggioranza e opposizione"

E sulla linea della politica locale, Calenda ricorda che Azione "non ha mai appoggiato Toti. L’ho incontrato 28 volte sulla scorsa legislatura, quando non ci sono le elezioni si inventa 77 centri, poi quando si vota gli danno i parlamentari e rimane con la destra", accusa il presidente di Regione Liguria.

"Il sindaco Marco Bucci è una questione diversa, con lui ho lavorato sull’Ilva ed è stato serio. Questo giudizio rimane. Non lo abbiamo appoggiato alle elezioni perché aveva una compagine molto di destra. Due ragazzi di Azione sì sono candidati con la lista di Bucci e si sono sospesi. Loro ritengono questa situazione insostenibile e quindi lavorano con Bucci. Per quanto riguarda il rapporto con Toti e Bucci io chiedo a Lodi e Rossetti oggettività assoluta. Se fa bene lo diciamo, se non fa bene lo diciamo ma poi voglio proporre un’alternativa"

Così a Genova come in tutte le altre province. Alla conferenza presenti anche le new entry, Pippo Rossetti e Cristina Lodi. Rossetti chiarisce subito che "non vogliamo il metodo che abbiamo vissuto e sofferto dentro il Pd, non vogliamo avere la corrente dei rossettiani, non vogliamo gli ex Pd dentro, non vogliamo né soffocare né essere soffocati da qualcuno. Gli abbiamo chiesto delle garanzie, venite se pensate di essere onesti, chi lavora nel partito dev’essere premiato, riconoscere il metodo di chi si fa il mazzo per la collettività, non che chi dà fastidio viene emarginato. Antifascisti, contro i populisti, contro i sovranisti. Questo il colloquio primissimo che abbiamo fatto. Non mi voglio poi preoccupare delle dinamiche e dei problemi del Pd, ma le parole della Schlein ci confermano che il manifesto non c’è più, quello di Veltroni del 2007".

"Non siamo più un partito di centrosinistra ma di sinistra. Stiamo diventando un partito fotocopia del Movimento e questa roba non mi appartiene più. Abbiamo fatto un gesto politico e chiediamo scusa agli elettori. Purtroppo il Pd non si è accorto che noi ce ne stavamo andando. Agli amici del Pd che rimangono con i quali sono cresciuto dico di fare buona strada, se volete essere di sinistra di piazza e di conflitto noi non ci siamo più trovati. Non ero uscito con articolo 1 nè con Renzi, il partito ha preso una strada che non era la mia"

Lodi gli fa eco, aggiungendo: "Il Pd l’ho amato ma non è quello che ho portato in giro nel 2022, ha cambiato il manifesto nel 2023. Serviva un confronto di almeno un anno, ho capito che c’erano aspetti venuti meno in quello che era il mio lavoro. Noi in consiglio comunale abbiamo votato mozioni votabili, questo già succedeva. Io conAazione potrò farlo, sarà una delle basi in cui si entra uno a uno, con territorio e associazioni sì è fatto un lavoro profondo. Dalla Schlein mi sarei aspettata un po’ di rispetto in più. Mi troverete in piazza ma anche nelle aule".