Politica

Per i due consiglieri il Partito democratico si è spostato troppo a sinistra, "censurando" il riformismo
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GENOVA - Colpo di scena, ma forse non troppo, viste le frizioni degli ultimi anni, all'interno del Partito democratico: il consigliere regionale Pippo Rossetti e la consigliera "combattente" Cristina Lodi lasciano i dem per entrare a far parte di Azione. In consiglio comunale Cristina Lodi entrerà nel Gruppo Misto in opposizione. Lodi, acerrima nemica politica del sindaco Bucci, aderisce a uno dei partiti che sostengono il primo cittadino, ma comunque nella veste di oppositrice. 

"Nella vita ci sono momenti in cui arrivi con serenità e un po’ di coraggio a fare delle scelte importanti – afferma la consigliera Lodi –. Oggi mi dimetto dal Partito democratico, una scelta non facile ma ragionata e condivisa in questi mesi con elette ed eletti, elettrici ed elettori e che da questo momento diventerà un primo passo per un nuovo percorso politico".

Alla base di questa scelta c'è il cambiamento di un Pd che secondo la Lodi aveva portato alla costituzione. "Questa mutazione è il prodotto delle decisioni - pur legittime - della classe dirigente, a livello nazionale e a livello locale che, secondo il mio punto di vista, hanno fatto abdicare a quelli che erano stati gli obiettivi fondativi, ovvero creare un grande partito riformista, europeista e di sinistra, capace di leggere, interpretare e guidare i mutamenti repentini della società del XXI secolo" spiega la consigliera. 

"Oggi si conclude la mia esperienza di dirigente del Pd – afferma il consigliere Rossetti –. Una scelta meditata, sofferta, ma ormai inevitabile. Dopo tanti anni di militanza constato che il tentativo di fare sintesi dei riformismi liberali, socialisti, popolari, comunisti si è esaurito. Si volevano mettere insieme famiglie politiche diverse, ma il processo si è bloccato da tempo e, dopo le scissioni, si è imboccata la direzione della polarizzazione a sinistra.

Secondo Rossetti il successo alle primarie di Elly Schlein è l'esito di un percorso che via via si è sviluppato dentro e fuori il partito che "da partito di centrosinistra si è trasformato in un partito senza il centro. Una radicalizzazione della posizione che considero legittima, che è profonda e che non condivido. Spesso il segretario nazionale ha caratterizzato l'identità del partito (Bersani, Renzi, Zingaretti), ora il cambiamento è strutturale e si è affermato con la modifica del Manifesto di Veltroni del 2007".    

L'ingresso in Azione, almeno per il momento, non comporterà un avvicinamento da parte di Pippo Rossetti alla giunta del presidente ligure Giovanni Toti. "Continuerò a fare l'opposizione rigorosa e costruttiva al centrodestra guidato dal presidente Toti, di cui diamo un giudizio negativo, e come sempre sarò in prima fila nell'affrontare i problemi della maggioranza delle persone, quelli che vivono sulla propria pelle la crisi del mondo del lavoro, che soffrono la crisi della sanità, che vorrebbero una scuola e un sistema formativo più forte, che subiscono la drammatica situazione idrogeologica in cui versa il nostro territorio, che sperano in un processo di sviluppo economico che faccia crescere il benessere delle proprie famiglie salvaguardando l'ambiente e a far tornare le persone a vedere orizzonti migliori per la loro vita" ha specificato Rossetti.

"Oggi entro quindi a far parte della famiglia di Azione, dove il riformismo democratico è solidamente alla base di idee e programmi, certa che per tornare a governare sia necessario creare un’alleanza chiara, credibile e reale nella sostanza. Un’alleanza che abbia a cuore la soluzione dei problemi e non solo la distribuzione delle cariche istituzionali. Faccio questa scelta non da sola ma insieme a un gruppo di persone, perché amo percorrere la mia strada mai da sola; il “fare assieme” fa parte del mio dna, da soli non si è molto utili" fanno eco a Rossetti le parole di Cristina Lodi.

"Io sono la Cristina di sempre, e come sempre mi troverete tra di voi nei territori - spesso abbandonati e dimenticati da chi governa Comune e Regione oggi - per dare voce a chi non ne ha e per pensare in grande al futuro della nostra città e della nostra Regione, del nostro Paese e della nostra amata Europa" ha voluto ribadire e sottolineare 

Di seguito i nomi degli esponenti del Pd riformista che hanno deciso di lasciare i dem:

Michela Alessio (direzione provinciale PD, consigliera municipale)
Manuel Aragundi (consigliere municipale)
Dario Bagnasco (candidato lista PD)
Maria Luisa Belgrano (direzione provinciale PD, già consigliere municipale)
Carlo Berrino (assemblea regionale PD)
Laura Boldi (candidata lista PD)
Pasqualina Calisi (assemblea regionale PD, segreteria provinciale PD)
Maria Luisa Centofanti (assemblea provinciale e regionale PD, già assessore municipio),
Massimiliano Marotta (consigliere municipale)
Monita De Ambrosi (candidata lista PD)
Rita De Plano (assemblea provinciale PD)
Fabio Ferrari (candidato lista PD)
Nicola Fonsa (assemblea provinciale PD, candidato liste PD),
Giovanni Inguglia (assemblea regionale PD, candidato lista PD)
Paolo Insogna (candidato lista PD)
Cristina Lodi (assemblea nazionale PD, consigliera comunale)
Maria Antonietta Menchise (assemblea regionale)
Antonio Marani (già assessore di Municipio)
Fabrizio Maranini (direzione provinciale PD, candidato lista PD)
Domenico Morabito (consigliere municipale)
Aldo Moretti (assemblea regionale PD)
Paolo Ottonello (ex sindaco di Masone)
Paola Perfumo (consigliera municipale)
Marco Pinna (già consigliere municipale)
Antonio Revello (assemblea regionale PD, già assessore Camogli)
Sergio Rossetti (consigliere regionale)
Patricia Rossi Rodriguez (assemblea provinciale PD)
Antonella Rossini (assemblea provinciale PD)
Giovanni Sacco (candidato lista PD)
Rinaldo Sironi (commissione di garanzia regionale PD)
Michele Versace (consigliere municipale)

 

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