GENOVA - "Credo che manchi un po' il partito, si dà una responsabilità al gruppo (in consiglio comunale ndr) maggiore di quello che ha perché il partito è abbastanza assente". Non usa mezze parole la consigliera del Partito democratico di Genova Cristina Lodi, che fa parte della minoranza, di base riformista, e che da anni è critica verso un Pd genovese a trazione progressista. I sondaggi di Tecnè per Primocanale mettono in luce un giudizio tendenzialmente negativo da parte degli intervistati nei confronti del centrosinistra in Comune a Genova (Guarda qui).
E da parte della consigliera Lodi, una delle più combattive durante le sedute a Tursi (come dimenticare i suoi scontri accesi e ripetuti con il sindaco Marco Bucci, sia in questa legislatura che nella scorsa) non mancano le stilettate al proprio partito: "Il gruppo deve fare gruppo ma deve essere un bastone del partito. In realtà ci troviamo da anni in una situazione dove il gruppo fa tutto, il partito è il gruppo. Tra l'altro abbiamo il segretario che è anche il capogruppo ed è nel gruppo, la confusione regna. Credo e spero che la segreteria si rimetta a funzionare velocemente perché senza quella è difficile...". Il riferimento a Simone D'Angelo, capogruppo del Pd in consiglio comunale è chiaro. Ma d’altronde, chi conosce bene i meccanismi dem, sa che tra la consigliera e il segretario provinciale non sempre i rapporti sono stati idilliaci, con scontri interni non solo di visione politica ma anche di candidature.
Poi l'analisi si concentra sul consenso che ha ricevuto il sindaco Bucci. "Non mi stupisce - spiega ancora Lodi -. Dopo un anno dal voto la percezione non è cambiata molto anche se, girando per i territori ho la sensazione che ci sia un largo gruppo di persone che non sono andate a votare che sono in dissenso con le politiche portate avanti da Bucci e con la politica in generale".
Un anno fa la scelta di candidare in opposizione al sindaco uscente una figura come quella di Ariel Dello Strologo non ha pagato. Anche in questo caso il commento della consigliera del Pd è senza fronzoli, diretto e chiaro: "Nel momento in cui abbiamo scelto un candidato molto debole era ovvio che sarebbe finita così - precisa Lodi -. Sappiamo che molte persone non sono andate a votare perché non si ritrovavano nella scelta del candidato di centrosinistra né in quella del sindaco Bucci. Penso che bisogna recuperare voti sull'astensionismo piuttosto che convincere chi ha votato Bucci a non votare più Bucci". E il giudizio di Cristina Lodi non può non essere condizionato dalla sua mancata candidatura, la consigliera infatti si era detta pronta ad affrontare una sfida, quasi proibitiva contro Bucci ma, alla fine, il suo nome non fu il prescelto. E non si andò nemmeno a primarie. Come dire, piccoli sassolini nelle scarpe da togliere per la dem.
Una delle critiche dirette al centrosinistra che arriva dalla cittadinanza è quella di essere poco visibili nelle azioni di opposizione. "Quando uno governa ha più visibilità, mentre l'opposizione ha meno finanziamenti e meno comunicazione. Credo che serva un'opposizione puntuale, siamo tutti consiglieri molto attivi sul territorio".
Gli elettori chiedono gesti più forti di contrasto alle politiche di chi amministra. "Da quando governa Bucci la minoranza è stata messa molto all'angolo. I documenti vengono fatti e poi non vengono portati avanti, le commissioni non vengono convocate e il prefetto non interviene quando i documenti non vengono consegnati in tempo. È complicato lavorare così ma capisco anche che le persone facciano fatica a capire queste dinamiche. Penso che il partito possa esserci di aiuto", questo può avvenire "se il partito torna a lavorare sui temi centrali anche se devo dire che dal territorio c'è sempre grande attenzione e riconoscenza nei confronti delle persone che ci mettono la faccia" conclude Lodi.
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