GENOVA - È un'asse Genova-Roma quella di Simone D'Angelo, tra i primi sostenitori della mozione Elly Schlein e oggi entrato a far parte della direzione nazionale del Partito democratico. È stata una scelta chiara e mirata quella della neo segretaria dem che ha inserito in direzione nazionale i segretari delle città metropolitane, segnando il passo verso un elemento di discontinuità e un'attenzione al territorio. Da Milano a Napoli, passando per Bologna e ovviamente Genova, secondo Simone D'Angelo la nuova direzione si compone di due elementi: quello tradizionale, della rappresentanza politica delle varie sensibilità interne e quello invece dell'eterogeneità territoriale di un partito che ha fatto del radicamento territoriale il suo fiore all'occhiello.
"Personalmente penso che questo riconoscimento non sia un riconoscimento personale - commenta a Primocanale Simone D'Angelo -, ma soprattutto un percorso, quello avviato un anno e mezzo fa a Genova, per rilanciare questo partito con un'agenda politica chiara. Un'agenda che in qualche mese ha trovato una sua quasi corrispondenza con le parole di Elly Schlein. Non è un caso che questo sia l'unico territorio (Genova ndr) dove Elly ha vinto, sia tra gli iscritti che tra gli elettori delle Primarie".
È la prima volta, nella storia del Pd, che la votazione nei circoli è stata ribaltata alle Primarie, perché se Stefano Bonaccini è risultato il più votato nella prima fase del congresso, Elly Schlein è stata invece scelta dagli elettori dem, con e senza tessera di partito. Un risultato che è stato confermato, agli albori, solo a Genova e in Liguria, dove l'ex eurodeputata ha fatto il pieno di voti. A trascinare l'ascesa di Schlein, come dicevamo, anche Simone D'Angelo, attualmente segretario provinciale di Genova e capogruppo in consiglio comunale in aula rossa a palazzo Tursi.
Qualcuno potrebbe obiettare: overbooking per D'Angelo? Troppi ruoli ricoperti? Un nodo da sciogliere che lo stesso segretario dem non nasconde: "Penso che in questi mesi sia stato valorizzato un gruppo dirigente importante che nelle prossime settimane potrà in qualche maniera anche darmi un cambio in alcune delle funzioni che attualmente ricopro, perché penso che sia giusto allargare il più possibile la partecipazione, a partire soprattutto dalla responsabilizzazione in un partito".
Tradotto: Simone D'Angelo è pronto a cedere uno dei ruoli ricoperti, o quello di segretario provinciale o quello di capogruppo in consiglio comunale a Genova. "Penso che qui il Partito democratico, al suo interno, abbia in questi anni avuto la forza di costruire un gruppo dirigente rinnovato non solo anagraficamente, che è pronto in qualche modo a ricoprire ogni tipo di ruolo. Ci saranno tante discussioni che andranno ad aprirsi. Inizia una stagione per noi importante, un anno impegnativo che ci porterà alle elezioni europee dove ricordo che si vota con una legge elettorale totalmente proporzionale".
Un passo indietro più o meno annunciato quello di Simone D'Angelo, che parte dal presupposto che il valore aggiunto del Pd sarà proprio la sua identità, che dovrà costruirsi con una squadra articolata e ben radicata. "Per farlo bisogna partire dai ruoli apicali, dalla segreteria regionale a quella provinciale, passando per i capigruppo. Per questo penso che dopo il congresso nazionale tutti si debbano sentire in discussione nei ruoli che ricoprono e penso che ricoprendone due, io sia giustamente in doppia discussione". Come dire, aria di cambiamento sotto il cielo del Partito democratico genovese, con la conta dei nomi alle porte.
IL COMMENTO
La zona buia dell’adolescenza e la campagna che non attira
La contestazione delle “periferie” e l’ascesa delle nuove destre in Europa