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"Tra la convocazione dei comizi elettorali, le elezioni e la formazione del nuovo esecutivo si arriverà ai primi di novembre", spiega l'avvocato, "ma è importante sapere che non rimarremo senza una guida"
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ROMA - Per forse la prima volta nella storia della Repubblica italiana la cittadinanza è chiamata alle urne questo autunno. Ma dopo che il Parlamento ha mandato a casa Mario Draghi, cosa succederà? A rispondere alla domanda, soprattutto se si guarda alla pioggia di fondi legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza, arrivati soprattutto in Liguria per molte opere infrastrutturali come la diga di Genova, è l'avvocato Lorenzo Cuocolo.

"L'importante, adesso, è sapere che il Paese non rimane mai senza un governo, senza una guida. Fino a quando non verrà formato un nuovo Governo, Draghi rimarrà in carica, seppur con un Governo dimissionario", spiega Cuocolo, che spiega cosa vuol dire avere un governo che rimarrà in carica solo per il disbrigo degli affari correnti.

"Tra la convocazione dei comizi elettorali, le elezioni e la formazione del nuovo esecutivo si arriverà ai primi di novembre - continua Cuocolo -. Il governo Draghi dovrà far fronte a situazioni di grande importanza, a cominciare dall'attuazione del Pnrr". Il fondo diventa quindi ora un 'nodo da sciogliere', anche se non impossibile. Anzi, l'attenzione del Governo Draghi, seppure dimissionario, dovrebbe concentrarsi su questo. "Non è pensabile che l'attuazione del pnrr possa essere rallentata o sospesa per il semplice fatto che il governo è dimissionario, da questo punto di vista credo che non cambierà nulla. Certo, le scelte strategiche il Governo, se dimissionario, dovrebbe però astenersi dal farle e lasciarle a chi verrà dopo di lui, ma il Pnrr è troppo importante".

 

 

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