GENOVA - Si voterà il prossimo 25 settembre per rinnovare il nuovo parlamento italiano dopo lo scioglimento delle Camere operato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La riunione del Consiglio dei Ministri ha confermato la data delle nuove elezioni in seguito alla crisi di governo del premier Mario Draghi, che ha colto l'occasione per ringraziare i ministri "per la dedizione, la generosità, il pragmatismo che avete dimostrato in questi mesi" e il Presidente della Repubblica "per la saggezza con cui ha gestito questa fase di crisi".
Non ci sono più le condizioni politiche per proseguire con il Governo tecnico che vedeva Mario Draghi in testa e l'Italia guarda già alle urne anticipate, dopo quasi quattro anni e mezzo costellati di crisi gestite dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella (LEGGI QUI). Draghi ha poi rassegnato le dimissioni nelle mani del capo dello Stato Sergio Mattarella, ha lasciato il Quirinale e si è diretto al Senato dalla presidente Casellati e alla Camera dal presidente Fico: le dimissioni sono state accolte dal Presidente Mattarella come comunicato in una nota. Nel pomeriggio, dopo un breve discorso in cui il presidente della Repubblica si è rivolto ai parlamentari, Mattarella ha sciolto le camere. "Mi auguro che pur nell'intensa a dialettica della campagna elettorale, ci sia da tutti un contributo costruttivo, nell'interesse dell'Italia". Durante il suo discorso ha anche fatto saper di aver firmato il decreto di scioglimento per indire nuove elezioni, che si svolgeranno appunto il prossimo 25 settembre.
"Lo scioglimento anticipato del Parlamento è sempre l'ultimo atto"
"Il periodo che attraversiamo non consente pause negli interventi necessari a contrastare gli effetti dell'inflazione causata dalla crisi economica, dal costo dell'energia e dei prodotti alimentari", ha continuato.
Il presidente della Regione Liguria e leader di Italia al Centro ha subito commentato sui suoi profili social: "Per oltre un anno l'Italia ha avuto un Presidente del Consiglio capace e autorevole, a cui va tutta la nostra gratitudine. È stato in grado di organizzare una campagna vaccinale che ci ha salvato dalla pandemia, di avviare il gigantesco piano di Ripresa e Resilienza e ci ha tenuto dalla parte giusta, del mondo e della storia, nella crisi in Ucraina. Mentre il nostro Paese fa un salto nel vuoto che mai avremmo immaginato, impegniamoci perché questo lavoro non venga disperso. Grazie, Presidente Draghi!". Lo scrive su Facebook il presidente della Liguria e di Italia al Centro, Giovanni Toti.
"Si viaggia verso l'esercizio provvisorio", spiega Raffaella Paita a Primocanale, "per la Liguria è una catastrofe".
Così la deputata ligure di Italia Viva e presidente della Commissione Trasporti guarda al futuro dell'Italia e della regione: "Per esempio stavamo chiedendo più risorse per la Diga, che ora è un progetto fermo non per responsabilità di chi aveva cercato fondi, ma per chi ha gestito le cose a livello locale, ora con il Governo in esercizio provvisorio trovi i fondi nel fondo complementare per il progetto. Avevamo detto che in Liguria dovevamo andare avanti sui finanziamenti per il trasporto, gli assi viari nei quartieri più popolari e a Erzelli, ma farlo ora è complesso. Stavamo per dare il via ai cantieri della Gronda e ora stiamo sprofondando nell'incertezza. Voglio solo dire, - attacca - i partiti responsabili di questa situazione, Cinque Stelle in primis, mettetevi una mano sulla coscienza. Oggi c'è chi minimizza, vedrete se quello che sto dicendo è vero o no: il prossimo mese saremo tutti in campagna elettorale e per la Liguria sarà molto difficile ottenere quello che avevamo programmato".
La Lega guarda invece alle probabili elezioni. Lo ha spiegato ai microfoni di Primocanale il leader ligure del partito, Edoardo Rixi, che ha commentato la replica del premier (GUARDA QUI): "Si discute sul come siamo arrivati alla giornata di ieri: secondo me Draghi ha deciso di lasciare il governo dal momento in cui ha dato le dimissioni. La maggioranza era amplia, normalmente in una situazione del genere si continua. Lo dico non solo per il tenore del suo intervento, ma anche perchè proprio il giorno prima ha scelto di incontrare il leader del Pd Enrico Letta invece che riunire tutti i leader della maggioranza. E ancora, ha scelto in aula di non votare la mozione del centrodestra".
"Io sono sempre stato disposto a parlare - continua Rixi -. C'è da dire che io vengo a conoscenza delle posizioni politiche di Toti dai giornali, dopo che sono già state prese. Il suo partite in diverse occasioni si è rivelato inaffidabile nei confronti del centrodestra, la prima quando non ha votato il candidato a Presidente della Repubblica proposto dalla coalizione e ieri, quando ha deciso di tenere una posizione filo-draghiana senza sé e senza ma. La sua intenzione era quella di allungare il brodo, ma il Paese non se lo può permettere".
"Sono certo che volesse diventare presidente della Repubblica, non so quanto interesse avesse con la presidenza del consiglio in vista delle negatività che ci aspettano questo autunno. Paga un prezzo o ha attenuto quello che voleva?". Così Mattia Crucioli, senatore di L'Alternativa C'è, durante la trasmissione 'Al servizio del pubblico' su Primocanale interpreta gli ultimi avvenimenti successi a Roma (GUARDA IL VIDEO).
"Soprattutto sentendo la replica che ha fatto ieri, non sembravano esserci punti di incontro - continua -, ha fatto infuriare Lega, Movimento Cinque Stelle e Forza Italia, e infatti non hanno votato la risoluzione su cui aveva messo la fiducia. Non so quanto ci sia di scientifico o doloso, non riesco a dare una lettura su questo".
A dare una sua chiave di lettura anche Roberto Bagnasco, coordinatore regionale di Forza Italia (CLICCA QUI): "Di fatto la crisi è stata innescata da Conte. Tutti gli elementi portavano e hanno portato a una situazione difficilissima: noi abbiamo chiesto al presidente Draghi un Draghi bis con alcuni importanti cambiamenti e lo avremmo voluto con grande convinzione, ma solo se fosse stato, in determinati modi, diverso".
"Le mancate risposte di Draghi, alcune sue intemperanze e la sua dura presa di posizione verso i partiti di centrodestra durante il suo discorso non hanno mostrato un'intenzione a ricostruire quel qualcosa di cui c'era bisogno. Non temiamo il voto ma esattamente come dicevamo prima, se devo credere a quelli che sono i sondaggi, il voto dovrebbe essere positivo, anche se questo non è il motivo per cui andiamo il voto. Prima gli interessi dell'Italia e degli italiani, poi quelli del centrodestra e poi quelli di Forza Italia".
E sulla decisione di Maria Stella Gelmini di lasciare Forza Italia? "Non nascondo il dispiacere per la sua uscita, mi dispiace, ma concordo totalmente con la posizione della senatrice Ronzulli, che poi è la posizione ufficiale del partito".
Al telefono con Primocanale anche il deputato ligure di LeU e segretario di presidenza alla Camera, Luca Pastorino (CLICCA QUI): "Nel discorso del mattino Draghi ha messo all'angolo il centrodestra che, come immaginavo, si è risentito, poi nella replica gli schiaffi sono stati invece rivolti al Movimento Cinque Stelle. C'è stato un corto circuito generale, come si suol dire, è uscito troppo dentifricio dal tubetto".
"Lo avevo detto da subito, lo avevano chiamato 'Governo di salvezza nazionale' - continua il deputato -, mi aspettavo provvedimenti che potessero passare con maggioranze variabili, e invece si è andato avanti con fatica, con soluzioni di mediazione molto spesso al ribasso per trovare una sintesi tra le forze. Eravamo arrivati a un momento di saturazione, troppo vicino alla scadenza elettorale, si è persa lucidità secondo me, soprattutto da parte di Pentastellati e Lega".
Il Pd affronta gli eventi di ieri in uno stato di "incredulità totale". A spiegarlo a Primocanale è Vito Vattuone, che aggiunge: "Non ce lo aspettavamo. Un gesto davvero irresponsabile. Ci sono dei responsabili che hanno lasciato le loro impronte digitali su questo gesto, che hanno fatto un danno enorme al paese e sono Cinque Stelle, Lega e Forza Italia. Hanno guardato le percentuali dei sondaggi, hanno visto qualche virgola in più e hanno deciso" (GUARDA QUI).
"Totalmente scioccante, sono reduce da un incontro con il mio gruppo, sembrava che ci sarebbe stato un Draghi Bis. La posta in gioco era troppo alta".
Ai microfoni di Primocanale anche Simone Valente, esponente del gruppo parlamentare Insieme per il Futuro: "Il gruppo è nato dopo la decisione del ministro Di Maio di staccarsi dal partito. Le azioni di Conte di ieri dimostrano la schizofrenia del Movimento Cinque Stelle delle ultime settimane, un comportamento incomprensibile dal mio punto di vista, se non solamente legato alla ricerca di un consenso elettorale. Lo sappiamo che da qualche mese, di settimana in settimana, il Movimento continua a perdere consensi, forse l'unica mossa di Conte era quella di andare al voto. Questo però si scontra completamente con la situazione che sta vivendo il Paese tra crisi energetica, guerra e debito pubblico", spiega Valente. "Sarà un autunno difficilissimo, per questo trovo quasi incomprensibile la scelta del partito di Conte di picconare per mesi il Governo fino ad arrivare all'epilogo, quello di ieri".
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