Politica

Le strategie per la rioccupazione dello spazio lasciato vuoto quasi trent'anni fa dal pentapartito
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Il "grande gioco" del Quirinale è in corso da tempo e Giovanni Toti - presidente della Regione Liguria e, nelle vesti di cofondatore di Coraggio Italia, "azionista" di un significativo numero di grandi elettori per la designazione del successore di Mattarella, ribaditosi indisponibile a una proroga - dice la sua: votare Draghi ad amplissima maggioranza al primo scrutinio, non prima di aver siglato tra le forze disponibili un accordo sul nome del nuovo presidente del Consiglio, in una prospettiva di conclusione regolare della legislatura, tra le riforme del Pnnr e una nuova legge elettorale rispondente al sentire del Paese reale.
"Draghi sarebbe un perfetto presidente - dice al "Corriere della Sera", in un'intervista a tutto campo - se eletto alla prima votazione con un voto quasi unanime" sottolinea infatti Toti, che sul rischio di voto anticipato nota come le "fibrillazioni" ci siano "anche ora", con il conseguente pericolo "di andare a votare anche con un altro presidente, e perdendo la forza di Draghi". A detta di Toti "un percorso sarebbe eleggere insieme Draghi con un Patto per terminare comunque la Legislatura con un altro premier, portando avanti le riforme del Pnrr e altre, come la legge elettorale". Ma - ribadisce - "noi ci saremmo anche con il maggioritario. Perché nessuno può vincere senza un centro forte, e credo che Salvini e Meloni se ne siano accorti con il voto nelle grandi città. E debbano prenderne atto".

Sempre in prospettiva Quirinale, Toti prende posizione anche sul "convitato di pietra" Silvio Berlusconi, la cui candidatura (di bandiera o no, è il tema che imperversa da settimane) difetterebbe di una quarantina di grandi elettori appena, dando peraltro per scontata - il che è tutto da verificare - la compattezza del blocco di quel che fu il centrodestra unito: "A Berlusconi voglio bene e lo voterei, ma Fi sembra fare di tutto per indebolirlo: scorribande sui parlamentari, ci escludono dai tavoli... Non so se sono veri i retroscena su Lega e Fdi poco convinti di votare Berlusconi, ma se lui vuole provarci farebbe bene a non escludere anche chi come noi è nel suo campo".

Toti conferma inoltre i contatti in corso con Matteo Renzi, anch'egli punto di riferimento dei parlamentari di Italia Viva, numericamente decisivi per la caduta del governo giallorosso Conte II a favore proprio di Draghi. "Con Renzi - conferma - ci siamo parlati e lo faremo ancora nei prossimi giorni. E ho appena mandato un messaggio a Clemente Mastella che pure ha lanciato un appello per mettere assieme i petali sparsi del centro. L'idea è quella di unire forze e partiti che hanno una storia comune, che nella prima Repubblica erano rappresentati da Dc e poi pentapartito e nella seconda dal Pdl, ma che oggi sono separati e non in grado di svolgere il loro ruolo".
"Questo blocco -spiega - dovrà opporsi al populismo grillino e alla sinistra estrema e dialogare con la destra. Non nasciamo contro il centrodestra, ma per bilanciarlo. Conviene anche a loro non lasciare quest'area alla sinistra, credo che Salvini lo abbia capito".