Politica

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L’anno si chiude con molte incognite e altrettante domande senza risposta. La Liguria non è diversa dalle altre regioni italiane: ha soltanto problemi differenti. E’ una regione vecchia e, quindi, ha i problemi di chi non è più giovane. E’ una regione che possiede un territorio che è stato spremuto nel passato e che, oggi, non riesce a dare di più. E’ un grande nodo nel Nord Ovest, dentro il quale si intrecciano strade, ferrovie, autostrade, condotte. Un groviglio antico che è diventato un intoppo per lo sviluppo. La Liguria soffoca e Genova soffoca prima e di più, schiacciata dal porto che deve crescere e non sa dove allargarsi. Bisogna sbrogliare questo nodo con gronda e terzo valico per dare fiato all’espansione del porto che è l’unica vera industria del capoluogo. Il secondo problema di una regione vecchia è la sanità.

Le inchieste giornalistiche di questi ultimi giorni hanno reso di pubblico dominio faccende che si conoscevano, ma nessuno aveva il coraggio di tirar fuori. Bisogna stare attenti a non generalizzare: non tutti i medici sono schiavi dei partiti, non tutti i manager della sanità sono sottoposti al politico di riferimento. I casi negativi sono fortunatamente una minoranza. Stiamo attenti a non cadere nel giochetto dell’equazione politica-sanità= incapaci. Per fortuna molti primari scelti dai manager hanno portato efficienza e professionalità negli ospedali. Finire immortalati in una fotografia per la campagna elettorale di un politico non significa tout court che non si è buoni medici. Semmai ci può essere una questione di buon gusto o di opportunità che non è stata considerata, ma il merito, la capacità professionale sono altre cose.

I media devono vigilare e raccontare tutto quello che succede nella sanità. La trasparenza assoluta, senza veline e conferenze stampa promozionali, è il sistema migliore di controllo. Non c’è bisogno di tribunali popolari per giudicare se un reparto funziona o no. Basta sentire i pazienti, verificare i risultati, e controllare quanti da quel reparto escono guariti. Sarebbe interessante controllare anche l’umanità in corsia che purtroppo è diventata un optional. Infine è indispensabile la verifica seria sull’operato dei manager. Davvero sono stati tutti così bravi? Ci piacerebbe che l’assessore alla Salute, con risultati alla mano e non solo economici, dimostrasse come hanno lavorato i direttori generali delle Asl liguri e degli ospedali.