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Solo un "piano Marshall" a stelle e strisce dà l'impressione di poter salvare la squadra dal baratrp
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Quinta sconfitta nelle prime sei partite di campionato, il peggiore avvio nella storia della Sampdoria. Così come anche la difesa è la peggiore della serie A, con quattordici gol subiti. Di Francesco ha schierato sei formazioni diverse, ma il risultato non è cambiato, tranne l’estemporanea parentesi con il Torino: la squadra continua a peccare di errori individuali ma non ostenta neppure organizzazione tattica né grinta e determinazione.


Insomma, c’è poco a cui aggrapparsi e lo stesso allenatore, con il viso stravolto, lo ha ammesso nel post gara con l’Inter. Certo, contro i nerazzurri l’impresa risultava improba sin dall’inizio ma la facilità con cui la compagine di Conte ha perforato la Samp è disarmante. D’accordo, nel primo gol Sanchez è stato assecondato pure dalla fortuna sulla conclusione di Sensi ma nel secondo ha aggirato la retroguardia blucerchiata con irridente facilità.


E dire che la rete, tanto bella quanto occasionale del redivivo Jankto, aveva illuso che la Sampdoria potesse emotivamente riprendere in mano la partita, tanto più che proprio il tuffatore Sanchez si era fatto espelle per doppio giallo, il secondo per un’evidente simulazione. Neanche questo è bastato a rimettere in corsa la Samp, beffata dal tris firmato da Gagliardini, abile a sfruttare una corta respinta di Audero sul tiro di Brozovic.


La Sampdoria è sempre ultima e, soprattutto, non lancia segnali di riscossa e l’allenatore dà l’impressione di non sapere più che pesci pigliare. Per lui sarà decisiva la trasferta di sabato alle 18 a Verona. A meno che non cambia qualcosa a livello societario: lunedì mattina a Corte Lambruschini è previsto il cda ordinario della società blucerchiata, nello stesso giorno in cui scade la lettera di intenti con il gruppo Vialli. Il sempre più contestato Ferrero si attende un’offerta tra martedì e mercoledì e non al ribasso, come prevede la stessa lettera di intenti. Se accetterà o meno, dipenderà da lui. Ma la sensazione è che la Sampdoria possa essere salvata soltanto da un piano Marshall a stelle e strisce.