cronaca

I Cannabisforfuture in piazza: "Medicinali, biocosmesi, casa in calce canapa"
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Biocosmesi, fitodepurazione del terreno, ma anche mattoni in calce canapa per vivere in una casa costruita interamente di ‘cannabis’: non cercano solo lo sballo i pro legalizzazione, ma anzi rivendicano come questa pianta abbia proprietà uniche e terapeutiche, specie per pazienti affetti da Sla o Parkinson. “È una medicina e proprio per questo a dicembre l’Onu l’ha depenalizzata dalle sostanze pericolose, cura 40 tipologie di cancro e tante altre patologie”, spiega Nadia Principato, referente regionale di Cannabisforfuture Liguria. “Dà dignità al paziente e diversi benefici come sollievo dal dolore o sintomi alleviati come i tremori: è un discorso molto serio e nobile”.

Per non parlare del business economico, oggi interamente in mano alle mafie. “Secondo il recente studio del professor Pietro David, ricercatore Ispc Cnr, porterebbe nelle casse dello Stato 10 miliardi annui e creerebbe 345 mila nuovi posti di lavoro”, specifica Principato. E per questo nel flash mob organizzato nelle principali piazze italiane nel giorno della cannabis, il 20 aprile, gli attivisti hanno creato delle banconote finte con scritte tutte le giuste motivazioni per cui si dovrebbe procedere con la legalizzazione. Dai presidi alla Camera, poiché sul tavolo è arrivata la proposta di legge firmata da 80 parlamentari e illustrata in conferenza stampa alla Camera dal Michele Sodano, ex deputato del M5s e oggi esponente del gruppo Misto, insieme ai parlamentari Nicola Fratoianni, Vittorio Sgarbi, Riccardo Magi e Caterina Licatini.

E a chi ha paura che dilaghi l’uso di sostanze stupefacenti, gli attivisti di Cannabisforfuture replicano con l’esempio di altri paesi come l’Olanda, dove i dati non sono così diversi da quelli attuali in Italia. Se si confronta il numero di persone tra i 15 e i 64 anni che hanno utilizzato cannabis di recente, o che l’hanno provata almeno una volta nella vita, non risulta che l’Olanda abbia consumi molto diversi rispetto agli altri Paesi occidentali. Secondo uno studio del 2012 sono infatti il 7% gli appartenenti alla prima categoria nei Paesi Bassi, contro il 6,7% della media europea, il 9,1% del Canada e l’11,5% degli Usa. Per quanto riguarda la seconda, cioè chi l’ha provata almeno una volta, nel Paese dei tulipani si arriva al 25,7%, molto indietro rispetto al 39,4% canadese e al 41,9% americano, e poco sopra la media europea del 23,2%. Per quanto riguarda i più giovani, poi, lo studio di OSF – che cita altre ricerche – sostiene che il consumo nei Paesi Bassi sia in costante calo tra il 1996 e il 2012, e che nella fascia di età tra i 15 e i 34 anni la media olandese sia in linea con quella europea. “Dove viene legalizzata non c’è più un alto consumo da parte degli adolescenti, sono soprattutto over 30 e genitori”:

Un tema sentito e controverso, ma su cui bisognerà prendere una linea definitiva. Negli anni l’iter in Parlamento per l’approvazione della legge si è più volte interrotto. Una regolamentazione, in ogni caso, sarà necessaria anche per contrastare la drammatica realtà quotidiana dello spaccio.