porti e logistica

Vittoria di Signorini, Toti e della Compagnia
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La Compagnia Unica chiuderà il bilancio 2019 in pareggio: dopo mesi di trattative e un'ultima, lunghissima, settimana le parti in causa hanno trovato un accordo; i terminalisti copriranno gli 882mila Euro di disavanzo della Culmv così come prospettato dall'Autorità di Sistema portuale. 

In cambio la Compagnia dovrà rispettare il piano di risanamento studiato assieme a Palazzo San Giorgio, obbligandosi a una serie di vincoli che dovrebbero generare maggiore equilibrio nei conti della Culmv. La trattativa si era arenata alla richiesta dei terminalisti di poter esercitare un maggiore controllo sulla Compagnia, arrivando all'ipotesi di inserire un proprio rappresentante nell'amministrazione dei camalli: eventualità fortemente respinta dal console Antonio Benvenuti. 
Dopo giornate di confronto serrato ecco la svolta: i terminalisti hanno firmato il piano, ripianeranno le perdite e negozieranno nel prossimo futuro la nuova tariffa da applicare ai servizi della Culmv. 

Si tratta di una vittoria del presidente del porto, Paolo Emilio Signorini e del presidente della Regione, Giovanni Toti, che avevano fortemente prospettato questa soluzione: "Salveremo la Compagnia come abbiamo fatto tutti gli anni", aveva detto Toti a Primocanale; Signorini, in un'intervista rilasciata ieri alla nostra emittente (QUI), aveva chiesto ai terminalisti di rimandare al prossimo anno ogni dubbio, visto il credible piano messo sul tavolo che traguarda il 2023.

"La chiusura dell’accordo tra terminalisti e Compagnia unica è un’ottima notizia per Genova e per la Liguria. Era importante raggiungere questo risultato in un momento così delicato per il mondo del lavoro e anche per un settore strategico della nostra economia” ha commentato il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti che ha aggiunto che "chiudere l’accordo era fondamentale per procedere senza conflittualità e poter affrontare le nuove sfide che si presenteranno da una base ancora più solida.

I terminalisti si erano induriti in una battaglia che non avrebbe avuto sbocchi
: far fallire la Compagnia avrebbe creato un pesantissimo problema sociale e paralizzato il porto in un momento molto importante per i traffici marittimi. Per di più nell'anno del Covid e all'alba di un miliardario piano di investimenti messo in programma dal porto di Genova. 

Le critiche sulla gestione della Compagnia, che sono arrivate copiose in questi mesi da parte dei terminalisti, perdono forza di fronte alla situazione di grande evoluzione all'interno del porto, caratterizzato dalla fusione tra Psa e Sech (osteggiata da altri terminalisti e pericolosa sul piano della libera concorrenza, oltreché discutibile su quello della legittimità, ma quest'ultimo punto sarà meglio definito dal Tar) e da altre concessioni che consentiranno ai player genovesi giganteschi giri d'affari. 

Ora comunque anche i camalli saranno chiamati a fare la loro parte per rispettare tutti i punti del piano che hanno sottoscritto: a partire dalla formazione del proprio personale fino alla riduzione (per almeno un milione di Euro) del ricorso al lavoro interinale.